Tira un Calcio alla disabilità!
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Intervista ad Annalisa Cerrone – Insuperabili
Annalisa Cerrone è una psicologa Clinica e di Comunità con Master in Gestione dei processi psicologici e relazionali nello sport agonistico e Master in S.F.E.R.A. COACHING: sport, life e business coaching. Collabora con Insuperabili dal 2013.
Ciao Annalisa. Cos’è Insuperabili, com’è nata questa realtà?
Insuperabili SSDRL festeggia in questa stagione il decennale: il 6 Ottobre 2012, 4 ragazzi con disabilità hanno svolto a Torino il primo allenamento della Scuola Calcio Total Sport.
Il progetto è partito da un’idea di Davide Leonardi ed Ezio Grosso, amici storici impiegati di banca con la passione dello sport che decidono di rispondere ad un bisogno: una scuola calcio per una ragazza con sindrome di Down. In quel momento storico in Italia il calcio era poco sviluppato, così decidono di prendere spunto da modelli esteri: inglesi principalmente.
Il progetto mira a promuovere un cambiamento culturale rispetto alla percezione della disabilità e rispetto al concetto di terzo settore e mondo sportivo.
Le nostre sedi sono distribuite su tutto il territorio Nazionale, gli atleti si allenano suddivisi in squadre e seguendo un modello di apprendimento e insegnamento del calcio.
Le squadre sono miste, composte sia maschi che femmine e sono organizzate tenendo conto di alcune aspetti:
- età degli atleti
- allenabilità – si riferisce allo sport specifico, in questo caso al calcio ed è e la capacità di reggere carichi fisici, cognitivi, tecnici finalizzati al miglioramento delle abilità specifiche del gioco
- funzionalità – attitudine a funzionare in un contesto specifico; nel nostro caso si riferisce a campo, spogliatoio, ambiente aperto, compagni, allenatori
- tipo di disabilità – perché alcuni campionati a livello Federale sono specifici per alcune disabilità, ad esempio FISDIR per atleti con sindrome di down, FISPES per alcune disabilità motorie
Insuperabili è attualmente presente sul territorio nazionale con 17 sedi di calcio per persone con disabilità. Ciascuna struttura è organizzata e gestita da personale qualificato e specializzato.
In cosa consiste il vostro ruolo?
La società è stata creata fin da subito con un’idea di team multidisciplinare sia nel lavoro di ufficio dietro le quinte che nel lavoro sul campo. Il team ha l’obiettivo di far crescere il singolo atleta e il gruppo, insegnandogli uno sport attraverso la passione, il divertimento e l’allenamento.
Qual è la tua storia professionale e come ti sei avvicinata al calcio per persone con disabilità?
Ho sempre creduto nel valore dello sport e delle esperienze di gruppo come elemento di crescita per uno sviluppo globale di ogni persona. Infatti già le mie tesi nel percorso di laurea erano sul tema dello sport e della disabilità. Ho conosciuto Davide e Ezio (Davide Leonardi ed Ezio Grosso, rispettivamente presidente e vicepresidente, ndr) casualmente mentre cercavo un posto per svolgere un tirocinio per il master di psicologia dello sport che stavo seguendo. Quando li ho conosciuti ho intravisto in loro persone che avevano voglia di sognare in grande e portare un cambiamento concreto aprendo il calcio a persone con disabilità. Così mi sono aggregata a loro in questa sfida, un passo per volta abbiamo imparato a conoscerci, a fidarci e a lavorare insieme per far crescere questa idea e renderla sempre più concreta e aperta a tutti. Con gli alti e bassi che un progetto del genere può avere, mettendoci in discussione in alcuni momenti e cercando di vedere sempre le aree in cui si può migliorare e crescere.
A chi si rivolge Insuperabili?
Insuperabili si rivolge a bambini/bambine, ragazzi e ragazze, adulti e non, che hanno voglia di imparare un sport: il gioco del calcio. Atleti dai 5 anni in su, senza limiti di età con persone con ogni disabilità.
Vogliamo essere una società inclusiva. Per questo motivo ci stiamo formando per accogliere al nostro interno anche squadre che fino ad oggi non abbiamo avuto. Ad esempio grazie alla Fondazione Ecoeridania Insuperabili nell’estate abbiamo potuto partecipare ad un camp estivo dove abbiamo potuto imparare il powerchair (calcio in carrozzina, ndr) tramite i tecnici della FIPPS (Federazione Italiana Paralimpica Powerchair Sport) e ci siamo avvicinanti a delle realtà che giocano calcio per non vedenti per imparare anche le specifiche di questo regolamento.
Perché portare il proprio/a figlio/a a Insuperabili?
Un genitore dovrebbe portare il proprio figlio ad Insuperabili per la passione e la professionalità che cerchiamo di portare in ogni seduta di allenamento insieme all’attenzione alla persona che cerchiamo di avere e trasmettere. La ricchezza del progetto è inoltre anche quella di creare collegamento tra professionisti e soprattutto tra atleti di diverse città che grazie alla dimensione nazionale del progetto possono conoscersi e diventare amici oltre che compagni di squadra.
E’ adatto anche a situazioni di disabilità “relazionali” come l’autismo? E a disabilità motorie?
Certamente! Insuperabili ha l’obiettivo di aiutare persone con disabilità a inserirsi nella società attraverso lo sport e successivamente attraverso il lavoro. Noi utilizziamo il calcio come strumento di socializzazione e integrazione che con divertimento e allenamento può portare miglioramenti a livello di salute psico-fisica, ad una soddisfazione personale e ad una migliore qualità di vita del
singolo atleta.
Come avviene l’inserimento in squadra?
Prima di far entrare un atleta in squadra abbiamo bisogno di conoscerci reciprocamente, creando fiducia e capendo cosa può piacergli e stimolarlo. Al tempo stesso cerchiamo di dare tempo all’atleta e alla famiglia per conoscere il contesto e le persone del team. Per questo gli inserimenti vengono fatti gradualmente con alcuni allenamenti di conoscenza e prove in individuale e poi di sperimentazione nel gruppo.
Abbiamo individuato delle finestre nell’arco della stagione per inserire i nuovi atleti interessati in modo che si possa lavorare sul concetto di compagni e di squadra con gli atleti già iscritti senza avere inserimenti costanti e continui. C’è un periodo di inserimento a settembre e ottobre, poi una finestra tra febbraio e marzo e una verso fine stagione di conoscenza per la stagione successiva.
Qual è l’età consigliata per iniziare? Fino a che età è possibile iniziare a frequentare?
L’età minima per iniziare è quella di 5 anni, ma non c’è un limite di età entro la quale dopo non si viene più accettati.
Partecipate a qualche torneo?
Si! Siamo affiliati alle varie Federazioni e Enti di Promozione Sportiva e che si occupano di calcio e disabilità e partecipiamo ai vari campionati da loro organizzati:
FIGC DCPS
FISDIR
FISPES
ASC
Special Olympics
Abbiamo partecipiamo a tornei regionali, nazionali e anche internazionali e ne abbiamo in programma altri.
Come fate per chi ha bisogno di assistenza alla persona, per andare in bagno, lavarsi…?
Inizialmente in queste situazioni ci si coordina con le famiglie, in base all’atleta e alle sue esigenze con l’obiettivo nella stagione di acquisire la fiducia degli atleti per cui man mano queste cose vengano svolte con il supporto del team in spogliatoio.
Ci sono momenti in cui s’impara a cavarsela da soli? Quali abilità può apprendere un ragazzino in allenamento, partita e tutto il contorno? (spogliatoio, toilette, doccia, momenti informali, bar, trasferte per tornei, ecc.)
Ogni momento è importante per la crescita e la formazione dell’atleta. Lo spogliatoio è un percorso sulle autonomia, da quelle più basilari per fare un sport (abbigliamento corretto, cura di sé, cambiarsi in uno spogliatoio con compagni di squadra..) ad altre un po’ più complesse, come le trasferte, anche di più giorni.
Il team segue gli atleti in questi momenti, favorendo la crescita e l’acquisizione di abilità che loro nel tempo possono generalizzare e possono usare nella quotidianità. Lo sport è un amplificatore di esperienze su più piani, noi cerchiamo di valorizzarlo al massimo, cercando le strategie e gli strumenti più adatti per ogni atleta e squadra.
Hai qualche suggerimento per un genitore che intendesse iscrivere il/la proprio/a figlio/a a Insuperabili?
Venire con curiosità a conoscerci e a tifarci dagli spalti, il campo il sabato mattina vale molto di più dei miei racconti.
Com’è il rapporto con i genitori?
Il rapporto con i genitori è un rapporto di costruzione, in cui si cerca di creare collaborazione e fiducia reciproca, con momenti più istituzionali di aggiornamento, ad esempio le riunioni di inizio e metà stagione e con momenti di aggiornamenti più quotidiani pre e post allenamenti.
In Piemonte ci sono altre realtà come la vostra?
Noi in Piemonte abbiamo due sedi: una a Torino e una ad Ivrea. Oltre a noi ci sono altre squadre con cui ci giochiamo i campionati e i vari tornei.
Gli sport in squadra riservano sempre qualche aneddoto divertente, qualche momento magari drammatico, che in una dimensione collettiva può paradossalmente diventare perfino occasione di risate catartiche Hai un aneddoto da raccontarci?
Non è un aneddoto ma posso dirti che la prima esperienza in Svezia per la Gothia Cup, uno tra i tornei giovanili più grossi al mondo è stata un’esperienza importante per tutti. Come società e come coach eravamo alla nostra prima esperienza estera con una squadra, quindi è stata una bella sfida. Avevamo atleti che prendevano l’aereo per la prima volta che si sono vissuti la loro prima esperienza con un cambio di due aerei e uno scalo, di notte dormivamo nelle aule delle scuole a terra sui materassini, l’inglese non era il nostro forte ma i ragazzi hanno imparato ad arrangiarsi e a parlare in inglese con i ragazzi delle altre squadre usando i traduttori del cellulare. Al tempo stesso possiamo dire che abbiamo vissuto dieci giorni immensi una città trasformata per il calcio, con la cerimonia ufficiale nello stadio della città di Göteborg.
https://insuperabili.eu/academy-torino/
Area onlus ringrazia Annalisa Cerrone e INSUPERABILI SSDRL
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