Il gruppo e l’apprendimento
Con la chiusura protratta delle scuole gli studenti non possono più frequentare la loro classe, densa di significato non solo come luogo fisico, ma per il gruppo di compagni che la forma e compone. La Didattica a Distanza, infatti, pur portando avanti il percorso di apprendimento di ciascun ragazzo, non può contare sul contesto di gruppo “in presenza” nel quale normalmente i ragazzi sono abituati ad apprendere.
Ma qual è il vero significato della classe? In che modo i compagni possono essere una risorsa per l’apprendimento del singolo?
Quando pensiamo ad una classe, non pensiamo solo ad un insieme di individui isolati, ma ad un’entità diversa, ad un gruppo le cui relazioni personali si sono consolidate ed intrecciate nel tempo. La classe vive quotidianamente la propria esperienza di apprendimento, stabilendo rapporti affettivi tra compagni e insegnanti e attivando processi di conoscenza e valorizzazione reciproche. Ma perché una classe viva come una vera comunità di relazioni, occorre innanzitutto che condivida un obiettivo e agisca in modo coordinato per raggiungerlo: l’azione dei ragazzi crea un’interdipendenza tra loro, sia affettivo-relazionale che funzionale, che è il suo vero elemento caratterizzante.
La classe è un gruppo che costruisce una sua storia e un suo sistema di regole e valori: compito degli insegnanti è far sì che l’ interazione tra i suoi componenti divenga funzionale all’apprendimento. Per fare questo occorre favorire un’interazione cooperativa, dove i ragazzi sono vincolati tra loro nel conseguire l’obiettivo comune. In questo senso è nato un vero e proprio approccio didattico basato sull’interazione cooperativa tra i pari, che pone le sue basi sulle teorizzazioni dell’interdipendenza sociale. Il Cooperative Learning è un metodo di insegnamento/apprendimento che sorge negli Stati Uniti intorno agli anni Settanta a partire dagli studi dei fratelli David e Roger Johnson.
Letteralmente il concetto è tradotto come “apprendimento cooperativo” perché sottintende la validità di un sapere che nasce dalla comunicazione interpersonale e dalla collaborazione sociale di tutti i membri di un gruppo che attivamente mettono a disposizione le proprie conoscenze per raggiungere un fine comune: si basa quindi sul sapere costruito e condiviso attivamente. Il concetto di Cooperative Learning può quindi essere letto secondo una logica costruttivista poiché guarda alla conoscenza come a un processo attivo del soggetto e ha carattere “situato” ovvero “ancorato” all’ambiente concreto e si svolge attraverso particolari forme di collaborazione e negoziazione sociale.
È un metodo didattico oggi molto diffuso, che storicamente si contrappone a una visione dell’apprendimento scolastico basato sulla trasmissione delle nozioni dall’insegnante agli alunni, per lasciare spazio ad una visione student-based in cui al centro si pone l’alunno con un suo bagaglio culturale di conoscenze attivamente costruito.
A partire dai primi studi sono successivamente nate varie forme di Cooperative Learning; attualmente il metodo più usato in Italia è quello che prevede attività in coppia e in piccolo gruppo che si fondano sull’interdipendenza positiva, dove ogni membro ha la consapevolezza che il suo operato possa beneficiare o danneggiare l’intero gruppo e la responsabilità individuale e di gruppo, perché ogni componente percepisce di essere responsabile per sé e per gli altri. Le abilità sociali sono molto importanti perché influiscono direttamente sulla cooperazione del gruppo. I ragazzi perciò devono conoscersi e fidarsi gli uni degli altri, comunicare con chiarezza, risolvere gli eventuali conflitti in modo costruttivo. Al termine del lavoro, il gruppo cooperativo deve valutare cosa ha funzionato e cosa occorre migliorare, individuando criticità e punti di forza del lavoro svolto, anche per favorire la consapevolezza metacognitiva delle risorse e competenze individuali.
In questa prospettiva il gruppo diventa il “luogo” dove avviene il processo di apprendimento perché detentore di conoscenze e competenze e dove si realizza la partecipazione e lo scambio tra le persone coinvolte.
La metodologia del Cooperative Learning definisce molto bene i ruoli dei ragazzi all’interno del gruppo, le modalità di formazione dei gruppi e le attività che si possono proporre; ha modalità e caratteristiche ben precise, che ci permette di apprezzarne i presupposti e gli obiettivi che si pone.
Possiamo dire quindi che il Cooperative Learning fornisce una risposta concreta all’esigenza della scuola di essere un’agenzia formativa ed educativa, poiché è uno strumento che mira a promuovere sia un apprendimento efficace, stimolando i diversi stili di apprendimento, che la convivenza civile e la prosocialità.
In questo periodo di Didattica a Distanza come possiamo continuare a lavorare con il gruppo e sul gruppo, in una prospettiva collaborativa e favorendo l’interdipendenza positiva? Sarà importantissimo per l’insegnante continuare a stimolare la comunicazione tra ragazzi ad esempio, anche proponendo tematiche su cui discutere insieme e favorendo così lo scambio di esperienze e opinioni, o attraverso attività più strutturate come il Brainstorming. E’ possibile poi affidare attività a cui ciascuno può partecipare in modalità diverse e interdipendenti, ad esempio occupandosi di un singolo aspetto di un argomento. Le tecniche collaborative, al di là della metodologia del Cooperative Learning, sono numerose e possono essere un’opportunità per favorire nuovi rapporti di interdipendenza positiva tra i bambini oltre che per consolidare relazioni amicali tra di essi.
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