Recensione pubblicata il: 4/03/2014
Virus non è esattamente il nome che ogni felino vorrebbe avere. Un nome così suscita infatti disgusto, timore e diffidenza e così, in chi lo porta, si alimenta un’indole aggressiva, schiva e persino prepotente. È quel che accade al gatto del burbero signor Padurò, destinato a mostrarsi arrogante e litigioso, anche dopo la morte del suo scontroso padrone. A farne le spese sono i gatti del vicinato, compreso Falbalà, il gatto del bambino che ci racconta questa storia.
Quel che accade, in particolare nel paese del protagonista è che un giorno come tanti, Virus e altri sei gatti vengono acciuffati e ingabbiati dagli accalappia gatti con la poco rosea prospettiva di essere eliminati. Chi avrà scatenato questa retata? Ma soprattutto che fine faranno i sette felini prigionieri? L’intera collettività sembra coinvolta in un mini-mistero cittadino che riserva piccole sorprese.
Il libro di Valérie Dayre, stampato da Biancoenero in carattere ad alta leggibilità, è ricco di spunti e temi caldi – dai pregiudizi all’amore per gli animali, dalla mentalità di un piccolo villaggio al bullismo. Questi risentono però di un racconto un po’ confusivo che assembla talvolta tasselli narrativi senza svilupparli del tutto e trascinando invece più a lungo del dovuto altre parti meno intriganti. La lettura è comunque piuttosto agevole e stimolante, soprattutto per gli amanti degli amici a quattro zampe.
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