Teddy bear, teddy bear – collana Sign&Singalong (Gran Bretagna)
Recensione pubblicata il: 23/03/2020
Teddy Bear, Teddy Bear è un cartonato maneggevole ed economico (reperibile online dall’Italia a meno di 5€, cosa piuttosto rara!) che fa parte di un’interessante collana pubblicata da Child’s Play e intitolata Sign&Singalong. Ciò che la contraddistingue è l’integrazione fluidissima tra lingua dei segni (in questo caso inglese – British Sign Language) e canzoni mimate, proprio quelle più conosciute e amate dai bambini piccolissimi. Lo scopo è duplice: da un lato stimolare la comunicazione gestuale nei bambini, come preziosa opportunità espressiva che precede o affianca la comparsa del linguaggio verbale, dall’altro favorire una familiarizzazione da parte soprattutto (ma non solo) dei bambini sordi con la lingua dei segni. Inserita all’interno di un contesto piacevole, intimo e giocoso come quello delle rime in movimento, questa non può infatti che risultare percepita, conosciuta e assimilata con maggiore disinvoltura.
Il libro riporta quindi il testo della nursery rhyme Teddy Bear, Teddy Bear, piuttosto nota in Gran Bretagna, accompagnandolo alla curate e piacevolissime illustrazioni di Annie Kubler. A misura di piccolissimo lettore, nel tratto e nel contenuto, queste presentano bambini diversissimi tra loro e intenti a compiere i semplici gesti che si associano alla canzone: toccarsi il naso o i piedi, girare su sé stessi, raggiungere il cielo o spegnere la luce per la notte. Là dove è possibile senza forzature (nel caso di cielo, luce e orsetto, per esempio), il gesto indicato coincide con quello corrispondente nella lingua dei segni e tale corrispondenza viene discretamente segnalata da una scritta in corsivo.
Il risultato è dunque un libro molto spendibile con bambini piccoli piccoli (asilo nido e scuola materna) e capace di introdurre la lingua dei segni con una naturalezza apprezzabilissima. Altrettanto meritevole è l’attenzione che Annie Kubler dedica alla questione dell’inclusione attraverso i dettagli delle sue illustrazioni. La presenza di un bimbo sordo, riconoscibile dalla protesi colorata che spunta dall’orecchio, in mezzo a tutti gli altri e senza alcuna sottolineatura di sorta, è infatti una dichiarazione di intenti tanto semplice quanto potente.
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