Sibilla nel cappello
Recensione pubblicata il: 27/10/2015
Un saliscendi tra picchi e insuccessi scolastici portano mamma e papà al verdetto: obbligatorio per la figlia un soggiorno dalla nonna per rimettersi in carreggiata e concentrarsi sullo studio. Così Nina, la protagonista di Sibilla nel cappello, si trova in quattro e quattr’otto in un paese in cui non c’è né connessione né il mare (che peraltro è in cima alla sua personalissima top ten delle cose preferite) e in cui le persone sembrano noiose o matte. Già, matte come Gigi, l’uomo che porta quattro cappelli uno sull’altro e che si lava i piedi alla fontana con i calzini e tutto il resto. L’uomo che una sera come tante corre a perdifiato nel buio della notte per venire in soccorso di un riccioluto ragazzino. Cosa nasconderanno i due? E per quale motivo saranno in rotta continua con l’affascinante Tito dai capelli rossi?
Mossa dalla curiosità, Nina non tarderà a scoprirlo e si butterà a capofitto in un’operazione di salvataggio di Sibilla, un’insolita creatura lacustre oggetto di grandi dispute. È una piccola grande avventura, insomma, quella che travolge la ragazzina e che si consuma in poco più di cinquanta pagine. Ma è anche e soprattutto un’esperienza di conoscenza, prima di tutto di sé stessa. È attraverso il confronto con personaggi tanto particolari come Gigi, Tito o Mimmo il ricciolino che Nina inizia a definire ciò che vuole e ciò che non vuole essere. Così, grazie alla penna sempre incisiva e diretta di Luisa Mattia il suo diventa un breve ma intenso percorso di crescita e consapevolezza che ci tocca nel profondo, colpendo al nocciolo di pensieri e sentimenti.
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