Semplicemente due
Recensione pubblicata il: 8/06/2023
Vi ricordate di Chris, il ragazzo che il giorno del suo diciottesimo compleanno si ritrova a vivere da solo, abbandonato dalla mamma ma circondato una sorta di famiglia allargata capace di sostenerlo e farlo sbocciare nonostante quello che lui definisce “il suo essere in ritardo con la testa”? Lo avevamo conosciuto all’interno di Semplice la felicità, il primo romanzo della trilogia composta dall’autore canadese Jean-François Sénéchal.
Nel secondo volume della trilogia, intitolato Semplicemente due, Chris si appresta a mettere su famiglia con la sua fidanzata Chloé. Conviventi ormai da un po’, i due scoprono di aspettare un bambino e proprio questo evento, così straordinario e così capace di far discutere, si trova al centro del romanzo. Possono diventare genitori – e prima ancora avere una vita sessuale attiva – due persone con disabilità? Sono in grado? Sarà per forza disabile anche il bambino? La questione non è priva di aspetti spinosi che l’autore prende però di petto e tratta con la consueta e intelligente leggerezza. Nel suo racconto c’è spazio infatti per gli operatori dei consultori, che seguono e sostengono la coppia in vista del parto con un adeguato percorso, c’è la famiglia in cui si mescolano apprensione e affetto incondizionato e c’è quella rete, preziosa e insostituibile, che rende ogni situazione potenzialmente critica in una situazione che di fatto si può affrontare.
L’attesa del bambino scandisce così un tempo in cui accadono moltissime cose che coinvolgono moltissime persone. Certo, al centro c’è sempre lui, Chris, che nel giro di pochi mesi si ritrova a fare un lungo viaggio in camion come un vero king della strada, a sostituire l’ex bullo Luc Boutin nelle visite alla vecchia nonna, a fare lezione a una classe di studenti della sua vecchia scuola, ad aiutare la signora Sylvester a fare i conti col passato, a ricucire un rapporto con il padre e a conoscere il dolore per la morte di chi da padre gli ha fatto per un tempo importante.
Sempre scritto dal punto di vista del protagonista e come se questi stesse idealmente parlando alla mamma che lo ha abbandonato, Semplicemente due si caratterizza per una narrazione vivace in cui brillano tutte le sfaccettature della vita e in cui la disabilità intellettiva trova una voce nuova, fresca, irriverente e capace di farci spostare con garbo dalla nostra comfort zone di certezze e pregiudizi.
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