Ridere come gli uomini
Recensione pubblicata il: 15/01/2019
Fabrizio Altieri, autore e insegnante pisano, ha scritto un libro per ragazzi molto coraggioso. È un libro ambientato durante la seconda guerra mondiale e dell’orrore che questa ha recato con sé è da capo a fine pienamente intriso. Avanzando nella lettura, si piange, si ha paura e ci si chiede senza posa come sia stato possibile ciò che è accaduto, il che non è cosa da poco. Non ha avuto timore, lo scrittore, di mettere i giovani lettori di fronte alle numerose sfaccettature del dolore che hanno caratterizzato l’occupazione nazifascista, comprese quelle legate alla morte. Lo fa attraverso una storia che mescola abilmente verità storica e avventura, seguendo il tentativo di due fratelli di mettersi in salvo da un inseguimento nazista.
Uscito per fare delle commissioni insieme alla sorella Donata, Francesco trova infatti al suo ritorno i genitori impiccati dai nazisti. Francesco si rende allora conto di non essere più al sicuro e da lì inizia la fuga dei due fratelli per oltrepassare l’Arno e raggiungere la riva controllata dagli americani. Ma il viaggio a piedi è lungo e Donata, nata con la Sindrome di Down e proprio per questo perseguitata dalla SS che dà il tomento a lei e Francesco, rallenta un poco il cammino e lo rende talvolta più difficoltoso. Come quando si impunta per restare accanto ad ogni costo a Wolf, un cane lupo addestrato dalle SS e ad esse ribellatosi, che inizia a seguirli nel loro pericoloso viaggio. Sarà proprio Wolf, con il suo fiuto eccezionale e la sua profonda conoscenza del nemico, a proteggere i due protagonisti in più di un’occasione finendo per trovare in loro dei compagni affezionati e fedeli pienamente ricambiati. Quello del cane, peraltro, è uno dei punti di vista che l’autore assume per narrare la storia, creando un significativo effetto di risonanza agli eventi narrati e soprattutto ai pensieri che da essi possono scaturire.
Con una tensione narrativa mai smorzata, frutto di un periodo che davvero fu latore di pericoli e timori difficili da scacciare, Ridere come gli uomini riunisce intorno a una vicenda di fantasia numerosissimi spunti reali che, pur non essendo trattati nel dettaglio ma in qualche modo solo abbozzati in virtù di incontri più o meno fugaci, lasciano un segno nel lettore e senz’altro concorrono a gettare in lui il seme della curiosità. Così, lungo il loro percorso Francesco e Donata incappano nelle SS, in un gruppo di anarchici generosi, nei partigiani, nei disertori, nei fascisti di fede e in quelli per convenienza, nei contrabbandieri e negli alleati. Fanno esperienza diretta o vengono a conoscenza dei campi minati, delle rappresaglie, dei rischi corsi dai giusti come chi nascondeva gli ebrei e i perseguitati. Incontrano insomma a distanza ravvicinatissima tutto il male, anche il più irrazionale, che il conflitto mondale portò con sé, ma anche il bene che nonostante tutto trovò il mondo restare vivo. Il coraggio, la solidarietà, la pietà e la fiducia sono valori fortissimi che Francesco e Donata imparano presto a cogliere e condividere. La loro diventa così una storia singola che si fa anche storia plurale, capace inoltre di dare voce a una persecuzione poco sbandierata ma dolorosissima come quella operata dal nazismo nei confronti delle persone con disabilità.
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