Non si picchia, Anna!
Recensione pubblicata il: 4/02/2020
Con le mani si possono fare molte cose, come salutare, mangiare, andare in bicicletta, applaudire, sistemare i giochi: tutte azioni semplici, utili e familiari anche a bambini di pochi anni, come i potenziali lettori delle avventure di Anna. Con le mani però, si possono fare anche cose meno felici e Anna stessa lo sa bene: le capita non di rado di arrabbiarsi con l’amico Leo o persino con il papà e in quel caso le mani diventano uno strumento per picchiare o tirare i capelli. Cosa fare quando questo accade? Con parole semplici il papà lo spiega ad Anna e con lei al lettore: le parole possono raccontare i sentimenti, rabbia compresa, in maniera più efficace delle mani. E queste, dal canto loro, sanno esprimersi al meglio in un abbraccio alle persone o ai giocattoli cari.
Costruito per ricalcare fedelmente esperienze quotidiane e concrete del potenziale lettore, Non si picchia, Anna! si presenta come un piccolo prontuario di gestione della rabbia. Non c’è dunque una vera e propria storia tra le pagine dell’albo, quanto piuttosto una rassegna di cose più o meno positive che le mani ci consentono di fare, chiusa da qualche consiglio pratico e spendibile, forse più rassicurante per l’adulto accompagnatore che per il destinatario stesso. Sarà facile tuttavia, per il piccolo lettore, ritrovarsi nelle situazioni che vedono Anna protagonista, complici anche le amichevoli illustrazioni a tutta pagina, dai dettagli ridotti e dai contorni netti, che rendono immediatamente evidente l’azione di cui si parla.
Pubblicato nel 2015 da Clavis in versione tradizionale, come parte di una collana che vede Anna protagonista di situazioni molto comuni nella primissima infanzia, Non si picchia, Anna! è ora reso disponibile dall’editore in versione in-book che da un lato ne agevola l’immedesimazione e la fruizione anche da parte di bambini con difficoltà comunicative e dall’altro ne favorisce l’appropriazione da parte di qualunque bambino di 2-3 anni. La simbolizzazione del testo, infatti, costituisce un ghiotto invito ad approcciarsi al volume anche in autonomia, ricalcando l’esperienza di lettura fatta in prima battuta con l’adulto accanto. I simboli scelti, come da modello in-book, fanno riferimento alla collezione WLS e sono impiegati in maniera molto dettagliata. Tutte le parti del testo, compresi per esempio articoli e preposizioni, sono infatti individualmente simbolizzati. Specifiche morfologiche, rispetto per esempio al genere o al numero, non mancano dal canto loro di essere rese. Il testo in simboli risulta pertanto piuttosto articolato e ricco: caratteristiche che lo predispongono per un pubblico con difficoltà poco marcate e che rispecchiano uno scopo ben preciso, quello di stimolare il bambino con una sfida di lettura che non rinunci ad alzare costantemente l’asticella delle abilità messe in gioco.
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