Il diario di Lola Patapum
Recensione pubblicata il: 16/05/2024
La protagonista di questa storia si chiama Lola ma presto il suo nome diventa Lola Patapum perché così la chiama la sua amica Lilù. Conosciuta un giorno per caso al parco, Lilù non è una bambina con cui sia facile entrare in contatto: non manifesta all’inizio alcun interesse per il gioco condiviso, tende a starsene sulle sue e reagisce in maniera inconsueta a situazioni piuttosto comuni, come quando Lola le tocca il braccio per attirare la sua attenzione. Così i primi approcci di Lola, che è invece desiderosa di fare nuove amicizie, risultano piuttosto fallimentari. Quando, però, Lola inizia dondolarsi come fa Lilù e cade per errore all’indietro, Lilù sembra animarsi all’improvviso e ride divertita. Lola lo nota e da quel momento la caduta al suono di Patapum diventa la chiave per entrare in contatto con quella bambina imprevedibile e misteriosa a cui Lola si affeziona presto.
La loro sarà un’amicizia costruita passo passo, per tentativi e aggiustamenti. Un rapporto apparentemente fragile ma in realtà molto solido, perché forte è la motivazione e il sentimento che vi stanno alla base. Lola vuole bene a Lilù e Lilù vuole bene a Lola ed entrambe lo sanno, anche se tra loro può essere difficile comunicare. Ecco allora che l’ostacolo diventa stimolo e Lola si inventa un modo tutto suo di parlare attraverso le figure: una sorta di Comunicazione Aumentativa autoprodotta che si rivela tanto più efficace perché fondata sull’affetto e sulla conoscenza profonda.
Raccontato dal punto di vista e attraverso la voce di Lola, Lola Patapum costruisce una cornice gradevole all’interno della quale l’autismo può trovare spazio di rappresentazione. In questo senso il libro può costituire un supporto utile e piacevole grazie al quale i bambini possono familiarizzare con alcuni comportamenti e modalità di funzionamento associate allo spettro autistico senza limitarsi ad etichettarli come strambi. L’impressione è dunque che l’intento di sensibilizzare e facilitare un contatto tra bambini neurotipici e bambini neurodivergenti sia nel volume prioritario. “Una storia di amicizia. Un racconto per comunicare meglio con i bambini autistici”, recita la copertina con una certa apprezzabile schiettezza. Il libro, dal canto suo, presenta una grafica pulita, un testo abbastanza fluido e illustrazioni fini, amichevoli e brillanti (in tricromia: bianco, nero e arancione acceso) che giocano un ruolo fondamentale nel dire l’autismo senza rinunciare a un poco di leggerezza.
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