L’isola
Recensione pubblicata il: 4/02/2013
Se, come sostiene Suzy Lee, “un buon libro illustrato lascia spazio all’immaginazione” permettendo al lettore e all’artista di “godersi comodamente l’ambiguità”, L’isola di Ronald Tolman e di sua figlia Marije non sfugge alla categoria. Con quel suo lasciarsi leggere e rileggere disseminando tracce di suggestioni sempre nuove, questo silent book si presenta, infatti, come un invito caloroso ma non invadente a scendere con una scaletta da una nuvola spumosa e a immergersi curiosamente in scenari distesi a perdita d’occhio su cui si stagliano figure dai tratti delicati.
Quello che viene proposto, qui, è un viaggio tra isole misteriose in compagnia di un placido orso bianco, dai tratti noti agli affezionati del premiatissimo La casa sull’albero. Al suo fianco il lettore senza fretta ha modo di incontrare distese popolate da pulcinella di mare, banchine rotanti come giostre in forma di sole, lingue di terra regno di dodo e avvoltoi, ricordi d’Africa e di animali equatoriali e, infine, un’isola-palafitta che sa tanto di casa, di approdo e di rifugio in cui condividere la serenità e la meraviglia con qualcuno di vicino. Come un procione violinista, per esempio.
In una successione di vedute a tinte pastello che divengono cornice per l’immaginario, il volume si anima di quella poesia che è propria dei viaggi dalla meta ignota e di quella magia caratteristica dei luoghi così indistinti da poter esser dappertutto e in nessun posto. Ne risulta un gioiellino editoriale indefinito e insieme affascinante, certo non facile da cogliere in un’interpretazione univoca, ma forse proprio per questo capace di stimolare un rapporto personale con le immagini e un dialogo inventivo con e tra grandi e piccoli lettori.
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