La strega più cattiva del mondo
Recensione pubblicata il: 2/04/2014
Kaye Umansky è nota al pubblico dei giovani lettori per la sua passione per le streghe – indimenticabile Puzzy, la strega sudiciona – e per le fiabe classiche rivisitate. Ecco, La strega più cattiva del mondo mette insieme entrambe le predilezioni dell’autrice. Raccontando la storia di Malumore e del modo in cui ha vinto il concorso di perfidia per fattucchiere, il libro reinventa la fiaba di Hansel e Gretel con un tocco personale, insieme ironico e ottimista.
Decisa a vincere il premio di malvagità, Malumore prepara una trappola per ingenui bambini, con l’obiettivo di imprigionarli e far loro qualcosa di estremamente crudele. Travolta però dalla simpatia per le sue due prime vittime, attratte nel bosco dalla casetta di dolciumi, la strega finisce per rimpiazzare il suo piano diabolico con una messinscena bell’e buona, adatta a salvare premio e affetti.
Si riconosce nel racconto lo stile umoristico e vivace dell’autrice inglese che si presta particolarmente bene ad animare storie ad alta leggibilità. Non solo gli accorgimenti tipografici, infatti, ma anche la storia divertente e la narrazione semplice e ben scandita contribuiscono ad avvicinare alla lettura anche chi sperimenta maggiori difficoltà dovute alla dislessia. Tanto di cappello, dunque, all’editrice Sinnos per aver colto questa predisposizione naturale del racconto, inserendola di diritto nel suo catalogo in carattere Leggimi!.
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