La settima onda
Recensione pubblicata il: 15/04/2014
Vincent Cuvellier è un autore francese dalla sensibilità rara e dalla penna arguta. Recentemente è stato pubblicato il suo La prima volta che sono nata, un delizioso libretto sulla magia delle tante prime esperienze che ciascuno di noi può fare. Solo qualche anno fa, invece, dai tipi di Biancoenero è uscita La settima onda: un racconto breve nella lunghezza ma ampio nel respiro.
Qui trova spazio la giornata speciale di Beniamino che, una mattina come tante, rimane addormentato sul pullmino della scuola. Per questo, a sorpresa, al posto delle ore in classe gli toccano ore di viaggio insieme all’autista Olga. Sì, proprio quell’autista che “puzza. È brutta. Ha un grosso naso”, stando alle parole del protagonista che aprono il volume. La stessa che si scopre però avere anche degli affetti, delle passioni, delle conoscenze e delle emozioni.
Questo è ciò che scopre Beniamino remando con lei in barca, sfidandola a flipper o accompagnandola a far visita al vecchio Leon. La gita di un giorno diventa così l’occasione di sperimentare sulla propria pelle l’importanza di dare una chance alle persone per conoscere le storie che nascondono sotto la superficie.
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