La principessa e lo scheletro
Recensione pubblicata il: 30/10/2015
Chi non ha nemmeno uno scheletro nell’armadio alzi la mano! Figurarsi, persino i sovrani più adulati e venerati dai sudditi nascondono qualche macchia del passato e il papà di Lulù, principessa di un regno un po’ moderno e un po’ no, non fa di certo eccezione. Nel suo armadio vive uno scheletro fatto e finito che custodisce per conto del re un misteriosissimo segreto in un cofanetto da cui non si separa mai. Il segreto è quindi salvaguardato fino a quando Lulù non incontra per caso lo scheletro che di nome fa Ossi intento a fare incetta di dentifricio nel bagno del castello. Da quel momento il signor Ossi viene presentato alla regina e alla servitù come una famosa star del cinema in visita, viene agghindato a dovere dalla principessa e portato a zonzo per il regno. Ma proprio durante una passeggiata tranquilla lo scheletro, coinvolto in un imprevisto attacco canino, perde di vista il cofanetto e il suo prezioso contenuto. Lui e la principessa Lulù si mettono quindi sulle tracce del ladruncolo coinvolgendo inconsapevolmente nella loro ricerca una schiera di personaggi davvero variegata: dai compagni di scuola che credono Lulù controllata dagli alieni, a Luigi che rovista nei bidoni, dal professore universitario ormai dedito alla tessitura di tappeti all’intero corpo di polizia del regno. In una caccia al tesoro ricca di colpi di scena Lulù finirà per conoscere suo papà sotto una luce diversa dando un valore nuovo ad apparenza e realtà.
Il libro di Piret Raud, caratterizzato da tinte surreali e stravaganti, offre un’avventura intrigante, fruibile anche da parte di lettori colpiti da dislessia. Gli accorgimenti tipografici ad alta leggibilità a cui ormai da tempo Sinnos ci ha abituati vengono qui applicati a un testo piuttosto lungo e corposo che offre una bella sfida di lettura.
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