Io ti faccio amico
Recensione pubblicata il: 5/11/2014
Tre racconti di diversità che spaziano dall’autismo alla dislessia, dal colore della pelle alla distrofia muscolare. Ferdinando Albertazzi si accosta con garbo al tema della differenza, attraverso tre narrazioni brevi e ricche di immagini: non solo quelle delicatissime di Sophie Fatus (purtroppo in bianco e nero) che popolano e variegano le pagine, ma anche quelle linguistiche che l’autore sparge generosamente lungo tutto il testo.
Le storie raccontate sono quelle di Carlotta, che scopre i pregi di quel bambino taciturno, strano e dalla postura ciondolante di nome Luca; di Ludovico, che impara a riconoscere nella sorellina adottata un autentico tesoro di famiglia; e di Betta, che trova nella vicina di casa un’amica capace di superare la diffidenza per la sua malattia. Ecco, a unire tutte queste storie c’è una comune attenzione ai pregiudizi prima e alle emozioni poi, in un percorso condiviso che vede nella positiva curiosità la chiave di volta di relazioni difficili, talvolta insperate.
Malgrado il ricorso a cliché che vogliono a tutti i costi rendere positiva la diversità (vedi l’autismo come condizione che implica un’intelligenza superiore alla Rainman) il libro sottolinea in modo molto efficace l’importanza di puntare sulle risorse presenti nell’handicap per aprire possibilità di interazione preziose. Mettendo inoltre a confronto diversità dal peso e dalla consistenza differenti, esso invita a cogliere l’estrema relatività che caratterizza i problemi di ogni essere umano.
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