Il viaggio
Recensione pubblicata il: 18/01/2022
Ci sono voluti tre anni perché Il viaggio di Peter Van Den Ende vedesse finalmente la luce. Analogamente, ci possono volere ore e molte immersioni tra le pagine perché il lettore assapori a pieno la ricchezza di particolari, storie, metafore e suggestioni che questo libro straordinario racchiude. Costruito per sole immagini in bianco e nero, finemente realizzate con pennino e inchiostro, Il viaggio fa compiere a chi legge un’avventurosa traversata sopra e sotto il mare, tra ambienti e creature che sono fonte inesauribile di stupore.
A tracciare la rotta è una barchetta di carta, esile ma tenace, che inesorabilmente procede nonostante i pericoli e gli imprevisti che le acque aperte possono riservare: l’incontro con mostri marini, per esempio, ma anche l’attacco a sorpresa da una misteriosa piattaforma petrolifera o le onde alte scatenate del mare in burrasca. Il motivo di tanta perseveranza non è del tutto svelato e il finale ci consente soltanto di fare qualche fragile ipotesi. Perché nel corposo libro dell’autore olandese – 96 densissime pagine da cui lasciarsi sedurre e inghiottire – ogni cosa resta sospesa sul filo del fantastico, mostra dettagli che solleticano, sfidano, interrogano il lettore. Cosa sono quelle creature, un po’ animali un po’ guerrieri, che solcano le onde? Chi conduce la barchetta tra porti e profondità marine? Cosa muove un equipaggio in cui trovano posto, tra gli altri, un cavaliere oscuro, un cervo fiorito e un giullare misterioso?
Metafora e metafisica ammantano la realtà – quella che ci consente di riconoscere l’itinerario della barca dai tropici al polo – conducendo in una dimensione altra, che dialoga con la parte meno razionale e più intima del lettore. Questi si trova, così, ad attraversare zone di luce e d’ombra che scavano, scavano, scavano nei suoi pensieri con la paziente precisione di un pennino. Anche in virtù di questo aspetto Il viaggio si presta a letture personalissime, in cui tempo si dilata e le scelte esplorative e interpretative del lettore sfuggono a indicazioni univoche.
Suggestivo e ipnotico, il libro di Peter Van Den Ende offre così una sfida di lettura densa e appagante a quei lettori che si sentano a proprio agio a stare in equilibrio tra dimensione reale e dimensione onirica e che non provino un senso di vertigine e disorientamento all’interno di pagine in cui non c’è spazio per il vuoto perché ogni millimetro quadrato si fa portatore di dettagli.
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