Il cappello di Topolina
Recensione pubblicata il: 21/09/2024
In catalogo per Bohem press dal 2016, Il cappello di Topolina è un minuscolo libro senza parole che custodisce una storia genuina di amicizia e resilienza. Protagonista è una topolina munita di un elegante copricapo rosso fiammante corredato di un bel fiore blu. Quel cappello piace davvero a tutti e la topolina, molto generosamente, lo presta senza indugio. Il cappello passa così di testa in testa, adattandosi di volta in volta alle antenne della lumaca, alla cresta del gallo, alle corna dell’alce, al testone dell’elefante e alle orecchie dalle variegate forme del gatto, del coniglio, del lupo e dell’orso. Così, quando Topolina torna in possesso del suo accessorio, questo appare completamente deformato, pressoché irriconoscibile. Ma oltre a essere generosa, Topolina sa anche trovare il lato positivo delle cose e così, dopo un comprensibile e fugace momento di sconforto, riesce a valorizzare in modo sorprendente le gobbe e i bitorzoli che ormai caratterizzano il copricapo. Ché di fronte agli imprevisti e agli ostacoli della vita, si sa, possiamo rassegnarci oppure metterci comodi per trovare il modo di abitarli.
Essenziale nei contenuti e nella forma, come nello stile di Eric Battut, Il cappello di Topolina è un esempio puntualissimo di silent book di grande accessibilità. La sua forza inclusiva risiede in una struttura iterata, in una pagina pulita e popolata proprio solo dagli elementi funzionali al racconto, nella presenza di un numero fisso e basso (due) di personaggi di volta in volta presenti sulla pagina, in un uso comunicativo e orientante del colore (il rosso del cappello che cambia forma spicca sempre rispetto a tutte le altre figure che compongono le illustrazioni) e in una trama semplice e lineare. I personaggi scelti sono poi piuttosto comuni e riconoscibili e le posture ed espressioni loro attribuite sono dicono silenziosamente desideri e sentimenti. L’unico elemento che può costituire un ostacolo alla comprensione è rappresentato dal vuoto narrativo che separa ogni doppia pagina da quella successiva, quello in cui fondamentalmente chi sta indossando il cappello lo cede a chi glielo ha chiesto e quest’ultimo se lo mette in testa. Una volta esplicitato, per esempio in seno alla lettura condivisa, può diventare tuttavia anch’esso padroneggiabile.
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