Il cappello
Recensione pubblicata il: 4/04/2023
50 anni (e poco più) e non sentirli! Surreale, irriverente, scanzonato, Il cappello di Tomi Ungerer torna arzillo come un ragazzino a deliziare i lettori italiani, in una nuova edizione targata biancoenero. La casa editrice romana, da sempre attenta a proporre storie accattivanti stampate con caratteristiche di alta leggibilità, inaugura con questo irresistibile racconto la sua nuova collana doppiopasso. Lo fa scegliendo un ampio formato, capace di restituire il giusto valore a illustrazioni così ironiche, eloquenti e ricche di dettagli quali quelle dell’autore francese. Un’attenzione – questa rivolta al contenitore che delle parole e delle figure diventa casa – tutt’altro che trascurabile anche in un’ottica di accessibilità e trasversalità d’uso: un libro che dia ampio spazio a figure di qualità, infatti, non solo facilita il coinvolgimento di bambini nella lettura ad alta voce ma supporta anche i primi incontri autonomi con la parola scritta.
Il cappello si presenta, in questo senso, come una narrazione versatile, capace di solleticare orecchie più e meno piccole. Fruibile già a partire dalla fine della scuola dell’infanzia in lettura condivisa, si presta anche e soprattutto a offrire una ghiotta e amichevole lettura a quei bambini della scuola primaria che iniziano a confrontarsi con la decodifica alfabetica. Le grandi e dinamiche illustrazioni dallo stile inconfondibile aggiungono infatti ritmo e gusto alla lettura, oltre a rendere meno ostico e demotivante l’impatto con il testo, soprattutto per chi sperimenta maggiori difficoltà legate per esempio alla dislessia. Il giovane lettore si trova così davanti un racconto illustrato dai colori sgargianti, dalle figure buffe e dal dinamismo incontenibile che è come gridasse a gran voce: “Per di qua, provaci, il libro può essere un amico!”
A contribuire alla causa, poi, concorrono chiaramente le caratteristiche di alta leggibilità di cui biancoenero è fiera sostenitrice – dalla font specifica alla spaziatura maggiore, dalla sbandieratura a destra all’a capo dopo il punto fermo – così come la qualità del racconto. Le vicende del cappello magico che cambia le sorti di chi lo incontra e di chi lo indossa, salvando crani da vasi in caduta libera, acciuffando rari uccelli smarriti, facendo arrendere pericolosi briganti o fermando cavalli imbizzarriti, incuriosiscono, divertono e catturano con facilità. La maestria di Ungerer sta d’altronde anche in questo: nell’offrire storie dallo spirito indomito e colme di personaggi iconici, storie in cui succedono davvero delle cose (e molte) anche nel giro di poche pagine, in una brevità densa e appagante che lascia chi legge non solo soddisfatto ma anche desideroso di sperimentare ancora il medesimo piacere.
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