Hodder e la fata di poche parole
Recensione pubblicata il: 19/06/2023
Che fare se di notte una fata viene a farti visita, annunciandoti che ti toccherà salvare il mondo? Probabilmente cercare compagni con cui condividere l’avventura e trovare un posto da cui cominciare il salvataggio, un passo alla volta. Questa, quantomeno, è la risposta che si dà Hodder, ragazzino protagonista del delizioso romanzo di Bjarne Reuter. E così, sera dopo sera, quando la casa si fa vuota e silenziosa perché né la mamma (precocemente scomparsa), né il papà (impegnato ad attaccare manifesti per lavoro), sono presenti, Hodder lavora alla sua missione, interrogandosi senza posa su come riuscire nell’impresa e su chi invitare a farvi parte.
Iniziano così le sue surreali conversazioni con personaggi sopra le righe come il pugile poeta Bic Mac Johnson, come la donna avvenente che fa la pubblicità delle sigarette o come il principe di Guambilua. Peccato che anche la signora Andersen, la maestra di Hodder, non abbia intenzione di unirsi alla spedizione. Hodder è infatti sempre bene felice di porle domande e condividere con lei i suoi pensieri. Ma lei, al contrario, non pare affatto ben disposta nei suoi confronti. A dirla tutta, l’intera esperienza scolastica non è per Hodder proprio in discesa: quel suo modo ingenuo e fuori dagli schemi di pensare e di porsi tende, infatti, a generare diffidenza e derisione nei suoi compagni, cosa che il ragazzino affronta a modo suo, con un mix efficace di positività ed invenzione. È – se vogliamo – il potere salvifico dell’immaginazione. Il romanzo si sviluppa, così, nello spazio tra scuola e casa, seguendo le piccole e grandi avventure del protagonista e adottando il suo personale e originale punto di vista. Ne viene fuori una narrazione divertentissima, ricca di personaggi memorabili e capace di stregare il lettore.
La scrittura di Bjarne Reuter, in particolare, è fresca e sorprendente. Quel suo muoversi con grazia tra il piano reale e quello immaginario, seguendo un flusso di pensieri singolare come quello di Hodder, dà forma a un racconto che interroga costantemente il lettore facendogli strizzare gli occhi e chiedere di tanto in tanto “Ma sta succedendo davvero?”. Il tutto mentre si diverte, si stizzisce, si emoziona. Perché nell’avventura tragicomica c’è spazio per sentimenti molto contrastanti e proprio questo vorticare emotivo, che ci avvolge con dolcezza pungente come una girandola al rhum, ci fa sentire Hodder vicino, vicinissimo. E come lui tutti i bambini che per indole e abilità faticano a trovare un posto comodo nel mondo reale, provando a trovare un rifugio accogliente nella dimensione fantastica.
Pubblicato da Iperborea, Hodder e la fata di poche parole ha vinto il premio Andersen 2023 come miglior libro 9-12 anni.
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