Giancretino e io
Recensione pubblicata il: 14/07/2014
Giancretino e io è, fin dalla copertina, una promessa di sollazzo. La grafica spiritosa (con tanto di prezzo del libro sul rotolo di carta igienica!) e il titolo irriverente preludono infatti a una lettura vivace che, senza bisogno di inventare chissà che, sa cosa vuol dire divertire e coinvolgere. Merito di una lingua schietta, di un’ironia tagliente e della straordinaria capacità dell’autore di cogliere gli spunti più invitanti che la realtà quotidiana offre. Il marchio di fabbrica di Cuvellier sta proprio qui: nell’afferrare il lato buffo delle cose e delle persone e nel renderlo con un’efficacia e una spontaneità davvero rare.
Qui, per esempio, l’autore si diletta a fotografare l’interminabile giornata di Beniamino alla prese con il vicino Gianfelice Monton, significativamente rinominato Giancretino. Il desiderio delle rispettive mamma di assistere al concerto di Céline Dion obbliga il protagonista a trascorrere pomeriggio e serata insieme al coetaneo nonostante gli interessi, i gusti, le abitudini e i pensieri dei due procedano su binari nettamente divergenti. Così, tra presunti furti di videogiochi, finte lotte e imprevisti con il WC, le ore di Beniamino assumono un aspetto davvero irresistibile, quantomeno agli occhi del lettore.
Con una sonora pernacchia al politically correct e alle amicizie che per forza alla fine di un libro si devono consolidare, Cuvellier trova il modo di raccontare una storia divertente senza rinunciare, tra una battuta e l’altra, a far fare capolino a temi importanti come il razzismo.
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