Garrincha. L’angelo dalle gambe storte
Recensione pubblicata il: 17/05/2016
La storia di Garrincha – mitica ala destra del Brasile e stella del Botafogo – ha fatto impazzire migliaia di appassionati di calcio degli anni cinquanta e sessanta. Con tutta probabilità, gli adolescenti del nuovo secolo il nome di Manoeal Franciscos Dos Santos non dice assolutamente nulla ma la sua parabola esistenziale è talmente avvincente che tempo e periodo storico finiscono per contare proprio poco quando ci si addentra tra le pagine che Uovonero dedica a questa figura dalle tinte chiaroscure, instancabilmente altalentante tra povertà e ricchezza, dedizione e sregolatezza, talento e disabilità. Quella dell’uccellino Garrincha, che con le sue gambe storte ha saputo conquistare un’intera generazione di tifosi, diventa così facilmente una figura emblematica di contraddittoria umanità fornendo inoltre una rappresentazione piuttosto inedita dell’handicap e dei suoi inattesi risvolti.
La composizione di questa graphic novel, firmata nei testi e nelle illustrazioni da Antonio Ferrara, è affascinante. I baloons veri e propri, ridotti nel numero in verità, portano alle orecchie del lettore voci autentiche e un parlato stringato che sa di vero. Il racconto che invece sta fuori dalle nuvole riporta puntualmente il punto di vista del protagonista, seguendo un ritmo tormentato che calza a pennello sulla sua vicenda personale. La scelta di immagini dal tratto serigrafico sottolinea il sapore leggendario di quanto narrato, mentre l’uso sapiente di riquadri di diversi dimensioni, di vuoti e pieni, di figure abbozzate che rinunciano ai dettagli per privilegiare l’espressività, regala a questo volume un aspetto originale e intrigante.
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