Gara di guai
Recensione pubblicata il: 16/03/2015
Chi è il preferito della mamma? L’interrogativo che attanaglia Isa, Teo e Luca non è forse estraneo a molti potenziali lettori di Gara di guai. Quel che forse è loro un po’ meno familiare è il sistema che i tre fratelli, protagonisti del libro di Gilles Abier, adottano per trovare una risposta definitiva al quesito. Convinti che l’unico modo per conoscere i reali sentimenti della mamma sia testare le sue reazioni di fronte a situazioni irritanti, i tre si danno un gran da fare per combinare dei disastri. Quel che ne deriva è un crescendo di succhi versati, piatti rotti, cappotti impiastricciati e fiori strappati, ispirato in buona fede dall’idea che il fine giustifichi i mezzi. Non c’è cattiveria o monelleria, infatti, nel comportamento dei tre bambini ma piuttosto l’appassionato e quasi scientifico tentativo di trovare una risposta a una domanda tanto assillante.
Leggero, nell’affrontare un punto interrogativo tanto radicato nell’infanzia, Gara di guai si conclude con una risposta materna solo parzialmente attesa, in cui la dolcezza la fa da padrona. Un metafora articolata da pasticceri professionisti chiude perciò un volumetto che si fa leggere senza grosse difficoltà e che unisce a un racconto poco impegnativo una scrittura cadenzata e agevole da seguire e un font ad alta leggibilità. Come negli altri libri della bella collana leggimi a colori, le illustrazioni spiritose e accattivanti offrono un appoggio supplementare ai lettori riluttanti.
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