Facciamo che io ero?
Recensione pubblicata il: 14/01/2015
Chi non ha mai giocato al Facciamo che io ero? alzi la mano! L’inventare e il vestire i panni di qualcuno o qualcos’altro ha segnato in effetti l’infanzia di generazioni le più disparate, soddisfacendo un naturale desiderio di evasione narrativa. Fa centro dunque, l’autrice, quando decide di partire da questa comunissima esperienza per raccontare una storia verosimile e familiare di bambini, di gioco e di inclusione.
In Facciamo che io ero? ci sono i supereroi, i musicisti, i professionisti e le principesse che il protagonista e i suoi compagni amano impersonare. E c’è pure il trenino che tutti insieme, sotto la guida della maestra, compongono muniti di sedie e pronti a partire per destinazioni ogni giorno diverse. È solo a questo punto, quando giochi e riti di classe sono svelati, che fa la sua comparsa Pippetto (certo, un nome meno fittizio non avrebbe guastato…): il nuovo compagno che si muove in sedia a rotelle. Nemmeno il tempo di presentarlo che il protagonista che dà la voce al libro si attiva per far sentire accolto e partecipe il nuovo arrivato, trasformando la sua carrozzina nella più potente delle locomotive.
Storia (firmata da Anna Baccellieri) e illustrazioni (curate da Liliana Carone) non stupiscono per originalità o qualità pur avendo il merito di valorizzare esperienza realmente vicine al mondo dei potenziali lettori. La disabilità, che pur è centrale, trova posto in corsa, quasi di sfuggita, attraverso l’atteggiamento positivo e inclusivo del protagonista che porta avanti un implicito invito a riconoscere nella diversità una vera ricchezza.
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