Downtown
Recensione pubblicata il: 28/04/2015
Downtown è un fumetto per ragazzi curato da due pubblicitari spagnoli – Noel Lang e Rodrigo Garcia. Ispirato alla figura dello zio di uno degli autori, affetto da Sindrome di Down, il racconto segue un bambino di nome Edo affrontare insieme ai suoi amici diverse situazioni quotidiane, più o meno complesse, in oltre un centinaio di sketch grafici ironici e leggeri.
Il titolo del volume – Downtown – e la frase di apertura – “Il brutto dell’avere la Sindrome di Down è che il giorno in cui nasci i tuoi genitori diventano un po’ tristi. Il bello è che, dopo quel giorno, non lo saranno mai più” – lasciano intendere che la Sindrome costituisca il fulcro del racconto e che a farla da padrone, a riguardo, sia un certo atteggiamento tutto rose e fiori. In realtà, addentrandosi nella lettura, la sindrome non viene pressoché più citata, intenti moralistici non trovano spazio e tutta l’attenzione è concentrata sulla maniera buffa e originale in cui Edo affronta la vita. Il suo essere Down emerge cioè, sottilmente, da un certo modo di parlare e dare senso alle situazioni, nel suo modo di relazionarsi con le cose e con le persone, nella sua fatica e concentrarsi e nel sistema originale che adotta per isolarsi all’occorrenza dal mondo. Ma è bene o male il suo essere bambino – un bambino fantasioso, affettuoso, a tratti petulante come d’altronde sono tutti i bambini – ciò che emerge in primo piano. Il che costituisce forse la maniera più efficace per lanciare un messaggio positivo a proposito della Sindrome di Down (o più in generale di una qualunque disabilità) poiché invita a considerare la persona prima dell’etichetta.
Attraverso un tratto asciutto e spiritoso, in linea con testi essenziali e arguti, il fumetto di Noel Lang e Rodrigo Garcia offre un ritratto scanzonato e sorridente del mondo infantile. Insieme a Edo, a popolare le vignette di Downtown, altri amici tutt’altro che comuni: da Michelone, buono come il pane e imponente come una montagna a Bea, la fidanzata preferita nonché unica del protagonista; da Ben, timido e gentile, a Noemi, effervescente e frivolamente sognatrice. La loro è una quotidianità ingenua e briosa, proprio come il disco di Petula Clark che dà il titolo al volume e che, non a caso, Edo porta sempre con sè.
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