Coucou (Francia)
Recensione pubblicata il: 3/06/2020
Quando si parla di libri accessibili, si pensa principalmente a libri che rendono il testo e/o le immagini fruibili anche in caso di disabilità: libri che presuppongono, cioè, la presenza di una storia – raccontata con parole e/o con illustrazioni – e la possibilità di allargarne l’accesso a un pubblico più ampio grazie all’adozione di diversi codici, adattamenti strutturali o accorgimenti di stampa. Questo lascerebbe pensare che laddove non ci sia una storia non abbia senso parlare di libro e tantomeno di lettura accessibile, ma i libri-gioco ci hanno da tempo insegnato che questa visione non è del tutto esaustiva. Esistono infatti libri che richiedono di essere agiti per essere soddisfatti, che richiedono di mettere in campo modalità di interazione con la pagina differenti, che mettono in discussione l’essenzialità del testo o delle immagini per dare vita a un qualche tipo di narrazione. Quest’ultima può nascere insomma su iniziativa del lettore, a partire da una serie di stimoli offerti dal libro, può dipanarsi e compiersi in una forma che risulta più fisica del consueto.
Esattamente in questo filone e nel centro di questa riflessione piomba nel 2018 un libro straordinario pubblicato dall’editore francese Éditions des Grandes Personnes. Il libro si intitola Coucou ed è frutto dell’intelligente e visionario lavoro della progettista Lucie Félix. Realizzato in forma di leporello in cartone abbastanza spesso da reggersi agevolmente in piedi da solo, il libro si compone di 6 pagine, da un lato su sfondo bianco e dall’altro su sfondo nero. Ciascuna è contraddistinta da poche e semplicissime forme geometriche intagliate e riempite di un foglio di plastica trasparente o colorata, a tinta unita o con motivi elementari (puntini o righe). Così realizzato, Coucou si presta a molteplici possibilità d’uso: possibilità all’interno delle quali il movimento e la posizione – del libro e/o del lettore – costituiscono delle variabili interessanti. Coucou può solleticare osservazioni e scoperte variegate che coinvolgono giochi di luce, sovrapposizioni di forme e colori, contorni da seguire col dito. Può farsi rifugio, percorso, cornice e filtro, in un gioco che può rinnovarsi senza posa da una volta all’altra.
Come evocato dal titolo stesso, Coucou è un invito a una sorpresa da condividere, una rivisitazione di un gioco intramontabile da cui scaturisce una minuscola magia, che qui si arricchisce di nuove e sorprendenti sfumature. Attraverso il libro di Lucie Félix è possibile e bello cercarsi, guardarsi, scoprirsi e riscoprirsi. È possibile fare tutto questo e farlo in molti modi, nessuno dei quali codificato. Coucou si presenta dunque, prima di tutto come un preziosissimo strumento di relazione: un mediatore versatile e gioioso grazie al quale tessere sottilissimi fili personali e instaurare un legame anche laddove sembrerebbe complicato. Pensiamo per esempio ai bambini con disabilità grave, comunicativa, intellettiva e/o motoria, rispetto ai quali l’editoria parrebbe perlopiù offrire opportunità inservibili. Anche in questi casi un libro progettato in maniera così fine, minimale ed eclettica come Coucou può aprire delle possibilità, schiudere degli spiragli. Chiave di questo delicato processo è senz’altro la scelta e l’uso accorto di figure essenziali: cerchi, quadrati, rettangoli e via dicendo. Forme e non oggetti, insomma, che possono più agevolmente essere riempite di contenuto e di significato, diventando vive proprio grazie alla dinamica ludica e relazionale che attivano.
Se Coucou è dunque un libro speciale per molte ragioni, questa capacità di offrire una base per costruire una comunicazione intima anche in situazioni di difficoltà più marcata lo rende particolarmente prezioso e ne fa un autentico esercizio di libertà. Per tutti.
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