Clara va al mare
Recensione pubblicata il: 15/10/2012
Svestirsi per un attimo dei propri panni quotidiani per indossare quelli di Clara, scostarsi un poco dal proprio modo di guardare al mondo per assumere lo sguardo ingenuo e ostinato di questa ragazzina down. Qui sta il segreto di Guido Quarzo: nella capacità di usare parole autentiche per fare di una storia semplice una vera avventura, catapultandoci dal di dentro nei sentimenti più schietti che animano la bambina.
C’è meraviglia, infatti, in questo racconto, ci sono rabbia, curiosità, fastidio, affetto, soddisfazione e paura anche se non si narra che di Clara e della sua decisione improvvisa di andare al mare. Sola, in un giorno di sole, la bambina prende un treno e raggiunge le onde, circondata e stuzzicata dagli approcci impacciati delle persone che incontra e dal confronto diretto con le sfide del mondo aperto.
Approcci e sfide che fanno della sua giornata un lungo momento di vita piena su cui questa lettura apre un profondo e limpido squarcio.
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