Ciao, io mi chiamo Antonio
Recensione pubblicata il: 7/01/2014
L’uscita in libreria di Ciao, io mi chiamo Antonio è prima di tutto una buona notizia perché segna un momento di svolta nella proposta di libri ad alta leggibilità. Le Edizioni Sonda hanno infatti stampato il volume in un font particolare, detto Easyreading, messo originariamente a punto da un’altra casa editrice: ciò significa che questo carattere specifico per dislessia ha potuto trovare una moltiplicazione delle occasioni d’uso, evitando di restare vincolato alla sola produzione dei suoi creatori. In questo modo l’importante lavoro di progettazione e sperimentazione che si cela dietro uno strumento importante come un font adattato viene ceduto e condiviso nella più proficua ottica inclusiva.
Come già accaduto con i volumi scritti da Henry Winkler (alias Fonzie) e dedicati al personaggio di Hank Zipzer, anche qui si rileva l’intenzione di coniugare un testo accogliente per lettori con DSA ma che al contempo offra loro un’occasione narrativa in cui ritrovarsi e farsi ritrovare dai compagni. Antonio è infatti un ragazzino di quinta elementare alle prese con una vita scolastica e familiare ricca di imprevisti e piccole emozioni: le gare sportive studentesche, il ritrovamento di un portafoglio smarrito, i pasticci con la polizia per un compito svolto fin troppo bene. A corredo, l’amicizia con Riccardo, i litigi con la sorella Erica, le stramberie di mamma e papà, la prima cotta per Margherita e, sì, anche la difficoltà imposte da un disturbo specifico dell’apprendimento. Vissuto però con discreta serenità, questo non viene posto al centro della vicenda ma giustamente considerato alla stregua di qualunque altro tratto distintivo del personaggio.
A firmare queste avventure quotidiane è la penna del chivassese Angelo Petrosino. La sua mano si distingue, in particolare, nella scelta di personaggi e situazioni in cui i giovani lettori possano agevolmente riconoscersi, in una morale spesso un po’ spiccia e che non manca d’esser rimarcata, in un’architettura ad ampio respiro che predispone lo sviluppo di nuovi episodi e nella successione di piccoli avvenimenti in luogo di una trama complessa e completa. A supportare il tutto, l’alternanza tra capitoli di testo e riassunti a fumetto degli avvenimenti principali: un’idea insolita che, pur non risultando molto chiara e del tutto accessibile a chi soffre di dislessia, ha il merito di alleggerire e ravvivare la lettura.
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