Charlie e il misterioso professor Tiberius
Recensione pubblicata il: 13/01/2021
Le giornate di Charlie si svolgono nel segno della regolarità: regolarità nel vestire (rigorosamente magliette neutre, felpe larghe, Crocs blu per stare in casa, nere per stare fuori), regolarità nel mangiare (preferibilmente se non esclusivamente nuggets di pollo), regolarità nel lavarsi le mani (né più né meno che 12 serie di insaponamento e risciacquo, una per ogni suo anno di vita), tanto per fare qualche esempio. Non sarà dunque difficile comprendere il tornado emotivo che investe Charlie quando suo papà, giornalista di guerra, torna ferito dall’Afghanistan e necessita di cure specifiche dall’altra parte degli Stati Uniti. In pochissimo tempo le routine e la rassicurante quotidianità di Charlie saltano e, come se non bastasse, sua sorella Davis, adolescente ribelle, convince lui e i gemelli Joel e Jake, pestiferi decenni, a mettersi in macchina per raggiungere la clinica in cui il papà è ricoverato.
Sarà un lungo e avventuroso viaggio quello che aspetta i quattro fratelli, accompagnati da una giovane di nome Ludmila il cui passato in Bosnia e il cui legame con il papà dei ragazzi si vela di mistero fino all’arrivo. Charlie accetta suo malgrado di partecipare alla spedizione, perlopiù motivato dalla possibilità di visitare i luoghi natali del professor Tiberius Shaw, ornitologo di cui è grandissimo estimatore e di cui possiede, per fortuite circostanze, un prezioso manoscritto. Non solo: quel viaggio di chilometri e chilometri attraverso montagne, foreste e pianure americane è per Charlie l’occasione perfetta per avvistare gli esemplari della Lista degli Uccelli da Vedere Prima o Poi che ha compilato tempo prima con il papà e a cui si aggrappa con tutte le sue forze nella convinzione che spuntarli tutti possa significare la guarigione del genitore. Un modo tutto suo, insomma, per tenere a bada le preoccupazioni e dimostrare un affetto che solo apparentemente non si manifesta.
Con il suo interesse spasmodico per gli uccelli, i suoi comportamenti bizzarri e la sua totale insofferenza verso norme sociali di dubbio senso, Charlie ricorda un poco Ted, il protagonista della serie Netflix Atypical, che condivide con il romanzo di Sally J. Pla una schiettezza ironica rispetto al tema della neurodiversità. Al seguito di Charlie e della sua sgangherata famiglia ci inoltriamo su territori che per la gran parte di noi risultano sconosciuti e sono resi insidiosi da pregiudizi e visioni stereotipate. Siamo portati a conoscere, per esempio, l’oppressione fisica che determinate sensazioni e situazioni generano in Charlie e lo sfiancante contrasto tra la sua difficoltà a esprimere sentimenti e la sua attitudine a provarli, ritrovando oltre che una storia appassionante e avvincente, anche un ritratto palpitante di cosa significhi interagire con il mondo e interpretarlo secondo schemi differenti.
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