C’era due volte il barone Lamberto
Recensione pubblicata il: 11/06/2018
La storia del barone Lamberto, come molte di quelle create da Gianni Rodari, fa un uso sapiente e gustoso del surreale. Qui, in particolare, questo aspetto trova espressione nel bizzarro meccanismo scoperto dal protagonista – ricchissimo nobile che vive sull’isola di San Giulio – per mantenersi giovane: sentire in continuazione ripetere il suo nome. Come anticipato da un’antica profezia, la ripetizione del nome consente di non morire e così Lamberto paga alcuni servitori per garantire la sua giovinezza. E già qui la fantasia ha di che essere compiaciuta. Ma è quando un gruppo di banditi fa irruzione sulla scena con lo scopo di rapire il barone per chiedere un riscatto che il romanzo trova un’ulteriore spinta: è a quel punto infatti che inizia una rocambolesca catena di avventure che comprende una fuga in mongolfiera, il provvido intervento di alcuni scout, la comparsa di un nipote con diabolici piani, una morte improvvisa e persino una resurrezione, fino a una conclusione che porta alle estreme spassose conseguenze l’astrusa corrispondenza tra nomina e giovinezza da cui il romanzo prende vita.
Dinamico e divertente C’era due volte il Barone Lamberto solletica la fantasia dei lettori da ormai quarant’anni e non c’è forse modo migliore di festeggiare tale traguardo con una nuova edizione del romanzo che ne consenta la fruizione anche a chi fatica o proprio non può leggere un testo tradizionalmente scritto, per esempio per difficoltà legate a una disabilità visiva o alla dislessia. Ecco dunque che l’iniziativa di Emons Audiolibri di proporre la storia di Rodari in formato audio, scaricabile o su Cd MP3, appare estremamente apprezzabile. C’era due volte il barone Lamberto va così ad arricchire la già cospicua collezione di testi rodariani realizzati dall’editore in una versione per le orecchie, per i quali sono stati scelti di volta in volta interpreti diversi. Qui la voce, piacevolissima e attenta, è quella di Massimo Popolizio che contribuisce a mantenere giovane un testo con qualche anno sulle spalle. Proprio come accade allo stesso barone!
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