Cecilia passeggia nel parco
Recensione pubblicata il: 13/02/2018
Cecilia passeggia nel parco insieme al suo uccellino Pilù, che fa capolino dalla borsa della ragazza perché non sa volare. Il loro è un viaggio sensoriale tra profumi che solleticano il naso, foglie che crocchiano sotto i piedi e grandi alberi che offrono ombre ristoratrici. Ma è anche una catena di incontri: alcuni più felici, come quello con Lucio che vorrebbe donare un palloncino a Pilù per aiutarlo a spiccare il volo, altri più ostili come quello con lo scoiattolo scorbutico che in malo modo caccia l’uccello dal suo nido. È infine è anche e soprattutto una scoperta, di quelle che forse ti cambiano la vita: Cecilia inciampa infatti in un violoncello e le sue note regaleranno a lei nuovi colori e a Pilù nuove ali per volare.
Che Cecilia sia ipovedente, come ci dice la quarta di copertina, possiamo immaginarlo dall’intensità con cui le sue sensazioni vengono descritte e dall’altrimenti improbabile inciampo in uno strumento così grosso come un violoncello. Il che non è male. Perché così le possibilità di identificazione da parte del lettore si rafforzano, restituendo alla metafora della musica come porta preziosissima sul e verso il mondo, la dimensione universale che merita. Il rimando al deficit visivo, dal canto suo, contribuisce a fare di Cecilia passeggia nel parco un invito a fare esperienza nuova dei propri sensi, vivendo attività comuni – come una passeggiata al parco appunto – con spirito insolito e curioso. Sperimentare in prima persona, con una lettura e una camminare reale magari, il potere dei sensi che affiancano o sostituiscono la vista, può costituire infatti una maniera efficacissima per cogliere anche da piccoli il senso della parola resilienza. Claudia Ferraroli e Fuad Aziz ce lo suggeriscono con pacata poesia, con parole e immagini ben sposate, sospese e sussurrate.
Caratteristiche del supporto:
Caratteristiche del contenuto:
Caratteristiche del testo:
Caratteristiche delle immagini:
Ti potrebbe interessare anche