Apri gli occhi!
Recensione pubblicata il: 28/03/2025
Sorprendente, poetica, ammaliante: Claire Dé, già apprezzatissima in Imagine. C’est tout blanc…, si conferma autrice visionaria e originale nel silent book fotografico Apri gli occhi!, edito in Italia da Editoriale Scienza.
l libro è eloquente già dalla copertina. Tutta giocata sul contrasto cromatico tra un fronte immacolato e un retro sgargiante, questa trasforma, infatti, la foto di un manto nevoso in un volto dormiente. Fin dall’involucro del volume, si coglie dunque la sua propensione a trasformare la realtà in qualcos’altro, a trovare un guizzo narrativo negli oggetti più inaspettati, a giocare con ciò che è e con ciò che sembra, a creare collegamenti inattesi tra le cose del creato.
I punti di forza in ottica inclusiva di un libro come questo sono diversi. C’è prima di tutto l’elemento dello stupore: di fronte alle pagine di Apri gli occhi!, è infatti impossibile non restare ipnotizzati. Dentro c’è tutta la meraviglia mozzafiato della natura. Poi si può non capire tutto, non riconoscere qualcosa, trovare difficoltà di orientamento tra le figure, ma questo viene comunque dopo: l’incanto, intanto, ci diene dentro tutti. C’è poi l’aderenza al reale garantita da un medium come la fotografia che, più di altri, viene incontro anche a chi sperimenta delle difficoltà di astrazione. I soggetti sono reali, tangibili, perlopiù noti. Tra di loro ci si può muovere con agio e familiarità. C’è poi il tema della lunghezza: un libro come questo non impone necessariamente, infatti, una narrazione lineare e lunga ma accoglie senza difficoltà anche letture più frammentarie e discrete di cui la doppia pagina costituisce la misura minima.
E c’è infine la versatilità d’uso: un libro come Apri gli occhi! Non ha istruzioni d’uso e nasce per accogliere percorsi diversi. Tra queste pagine si può guardare, ci si può stupire, si possono scovare dettagli nascosti, si può imparare, si può indovinare, si può immaginare, si può cercare, si può classificare, si possono cogliere somiglianze e differenze, nessi e fili narrativi. La bravura dell’autrice sta proprio, infatti, nell’immortalare soggetti curiosi e attraenti di per sé e/o per la relazione che possono instaurare con quelli cui sono affiancati. Ci sono insetti e vegetali ripresi da molto vicino, tanto da cogliere venature e dettagli piccolissimi. Si sono soggetti sfocati che chiamano a essere riconosciuti. Ci sono ombre curiose che paiono dare nuove identità ai loro proprietari. Ci sono scorci e squarci da cui guardare.
È tutto un gioco di scelta, di inquadratura e di affiancamento: un gioco che Claire Dé padroneggia con maestria ma nel quale i bambini, ispirati da queste pagine, possono a loro volta cimentarsi.
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