Anna e l’ora della nanna
Recensione pubblicata il: 7/07/2023
Creato dall’autrice olandese Kathleen Amant, il personaggio di Anna ha conosciuto molti piccoli lettori italiani grazie a una ricca serie di albi che la vedono protagonista. Dedicati alle più comuni esperienze quotidiane – dai litigi alle emozioni, dai giochi alle routine – questi ricalcano facilmente l’esperienza vissuta dal potenziale lettore e risultano ben riconoscibili grazie alle ampie figure dai colori accessi, ai contorni netti e alle sagome minimali. Ogni volume predilige inoltre storie piane e aderenti al reale, attente non tanto a sorprendere e incuriosire il lettore quanto a farlo immedesimare e riconoscere.
Anna e l’ora della nanna, per esempio, segue la protagonista nel suo rituale serale: pigiama, denti, pipì ma soprattutto piccoli espedienti per rimandare il momento di salutarsi e accogliere il sonno con tranquillità. Ogni doppia pagina segue un passaggio della preparazione optando per scelte compositive votate alla chiarezza. Testo e illustrazioni appaiono in questo senso nettamente separati, ogni illustrazione mette in scena solo gli elementi chiave di cui parla il testo e la rappresentazione risulta evidente, netta e rassicurante.
Il libro, disponibile in versione tradizionale dal 2012 per i tipi di Clavis, è ora proposto dal medesimo editore anche in una versione in cui il testo viene supportato visivamente dai simboli. A differenza dei precedenti volumi basati sulla Comunicazione Aumentativa e Alternativa pubblicati dall’editore, quest’ultimo non segue il modello inbook ma predilige una simbolizzazione meno rigida. Qui, per esempio, i pronomi e gli articoli non vengono individualmente associati a un simbolo ma uniti al relativo sostantivo, le locuzioni verbali vengono espresse con un simbolo complessivo e alcune parole strettamente legate dal punto di vista del significato (es: dolce profumo) vengono inserite all’interno del medesimo riquadro. Curata dalla Fondazione Paideia, la simbolizzazione di Anna e l’ora della nanna si ispira, infatti, a principi di economia, iconicità e coerenza interna.
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