Libri accessibili, letture possibili
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Risorse e pratiche per coltivare il diritto alle storie
di Elena Corniglia
L’opera qui proposta è molte cose contemporaneamente: è un catalogo e una guida, ma è anche un racconto, una storia composta da tante altre storie, tutte uguali ma tutte diverse, proprio come le persone.
I libri accessibili, come capiamo fin dalle prime pagine, rispondono certamente alle esigenze di piccole lettrici e piccoli lettori con disabilità sensoriali, cognitive e motorie grazie all’impiego di specifici accorgimenti che li rendono maggiormente fruibili, ma sono innanzitutto libri, non farmaci o protesi, devono quindi essere intrinsecamente belli e interessanti per coloro che li leggono.
Gli albi descritti somigliano a pezzi unici che ci si aspetterebbe di trovare in una galleria d’arte, a dipinti, sculture e poesie. Sono però dipinti che non si vedono, come i libri tattili progettati per bambini e ragazzi con disabilità visive, o poesie senza parole o con parole diverse, come i libri in simboli o per immagini, adattissimi a lettori sordi o con le più varie difficoltà di natura linguistica. Si tratta di libri che spiazzano il lettore senza disabilità, al quale sono ugualmente destinati, perché giocano con le percezioni e scardinano pregiudizi, dimostrandosi piacevolmente fruibili da tutti, pur essendo pensati a partire da un limite.
Non solo: un libro accessibile diventa anche inclusivo quando è altrettanto ricco, accattivante, curato nell’estetica e nei contenuti quanto lo è un libro tradizionale. In questo modo è davvero in grado di consentire occasioni di scambio e di incontro tra lettori che sperimentano o meno una disabilità, perché ritenuto interessante e “desiderabile” da entrambi. Diventa un territorio condiviso al quale danno accesso strade differenti.
La stessa categoria di “libro accessibile”, quindi, è utile per muovere i primi passi in un mondo relativamente nuovo e sconosciuto, ma in futuro dovrebbe idealmente poter essere abbandonata, così da smettere di relegare libri per tutti in una sorta di scaffale-recinto.
Il primo criterio adottato dall’autrice nella selezione dei libri descritti è la bellezza dei prodotti, indice di qualità e cura, caratteristica che non nasconde però le difficoltà legate alla produzione e alla diffusione di libri che sono ancora di nicchia, e quindi spesso più costosi di quelli tradizionali, più ingombranti e difficili da realizzare in serie. Un libro accessibile è tale se è anche economico, se può essere reperito con facilità e fruito in autonomia dal bambino o dal giovane adulto, senza la mediazione delle figure di riferimento.
Malgrado i molti ostacoli tecnici ed economici, Elena Corniglia descrive un mondo in fermento – quello delle case editrici specializzate in libri accessibili – che in Italia e all’estero guadagna spazio e visibilità, organizza eventi e istituisce premi, bilanciando in qualche misura la limitata diffusione della maggior parte dei prodotti, dovuta anche alla natura di molte pubblicazioni, opere d’arte vera e propria.
Eventi, mostre e festival dedicati favoriscono la circolazione delle opere e le rendono maggiormente fruibili anche a coloro che più difficilmente si avvicinano ai libri a causa di difficoltà di lettura o di apprendimento. Il Museo Tolomeo di Bologna, ad esempio, nasce per trasformare storie e figure impresse su pagine in installazioni multisensoriali che garantiscono il diritto alle storie andando oltre il libro come oggetto da leggere, da toccare o da ascoltare, offrendo un’esperienza globale e complessa, e proprio per questo veramente accessibile a tutti, in modi diversi e contemporaneamente.
Un’altra esperienza, unica e innovativa, presentata nel testo è “Vietato Non Sfogliare”. A questo nome rispondono il Centro di Documentazione e Ricerca sul Libro Accessibile e la mostra itinerante che nel Centro ha casa, e da lì parte per raggiungere scuole, biblioteche e altri spazi frequentati da bambini con e senza disabilità. Oltre mille volumi accessibili, raccolti da Area onlus nella propria sede di Torino, costituiscono l’archivio del Centro, un pozzo di storie dal quale anche la mostra esce sempre rinnovata, mantenendo però il suo caratteristico aspetto di un insieme di villaggi che ospitano casette di legno i cui tetti sono libri sempre aperti. Insomma, non solo vietato, ma pressoché impossibile non sfogliare libri trasformati in tetti colorati.
Utilizzati così, i libri sono già più che libri, sono un invito al gioco e alla liberazione della creatività dei bambini, i quali possono aggirarsi tra i villaggi dedicati alle varie tipologie (tattili con traduzione in Braille, in simboli, in Lingua dei Segni, ad alta leggibilità o con marcatori visivi, senza parole, audiolibri, ebook, libri-gioco) da soli o in gruppo, spontaneamente o nel corso di visite guidate, laboratori e attività strutturate, ma sempre trovando un ambiente accogliente, del quale i libri sono l’elemento principale, ma non il centro. Centrale è invece l’esperienza del bambino, individuale e collettiva, e i volumi sono un mezzo per dire le storie, anche quelle quasi indicibili, come molto spesso è la disabilità. Attraverso i libri accessibili, invece, la disabilità può essere raccontata come una storia tra le tante possibili, una storia che può essere letta, toccata o semplicemente guardata e sfogliata da tutti i bambini.
Ogni volume di Vietato Non Sfogliare è il tetto di una casetta a misura di bambino, e ogni casetta è simile alle altre, ma ospita una storia diversa. Tutte le strutture condividono lo stesso spazio, e la suddivisione per tipologia appare dettata esclusivamente dalla volontà di garantire la massima fruibilità. Accanto ai paesini di legno e carta si trova un moderno schermo, atto a riprodurre ebook e libri in lingua dei segni con avatar virtuali che raccontano le storie.
Strumenti molto moderni convivono quindi con casette che sembrano provenire da un altro luogo e un altro tempo, e per quanto strano possa sembrare, questo accostamento garantisce davvero la piena inclusione dei piccoli lettori con disabilità, andando oltre la forma classica di Vietato Non sfogliare per lasciare ancora più spazio al suo spirito e alla sua importante funzione. Cartaceo e digitale possono integrarsi in maniera funzionale apportando un valore aggiunto significativo, qualcosa in più, come quando proponendo sullo schermo una storia raccontata in lingua dei segni ne preservo la dinamicità e l’espressività, oppure quando posso esplorare un libro con maggiore autonomia laddove le mie difficoltà motorie rendono più agevole per me cliccare, piuttosto che sfogliare.
La lettura del volume qui presentato è consigliata a operatori di servizi educativi e culturali, poiché costituisce un catalogo ragionato utile alla creazione di una biblioteca accessibile per l’infanzia, ma risulta utile e piacevole anche per un pubblico più ampio e variegato, poiché descrive opere intrinsecamente poetiche e contiene spunti di riflessione per una cultura della disabilità che superi l’idea di cura. Proprio come i libri accessibili, questo testo è per tutti!
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