Fra le mie braccia
Tra gli autori che dedicano attenzione ai lettori piccoli e piccolissimi, Émile Jadoul è certo uno dei più capaci e apprezzati. In catalogo per Babalibri da molto tempo, l’autore belga ha un tratto delicato e riconoscibile. I suoi personaggi, in buona parte animali dalle caratteristiche e abitudini tipicamente umane, riflettono con grande fedeltà la quotidianità del potenziale lettore.
Così, per esempio, nel pinguino Leone protagonista di Tra le mie braccia non sarà difficile riconoscere i sentimenti contrastanti che sovente animano i fratelli maggiori da poco divenuti tali: quel mix di gelosia e affetto, di curiosità e timore, di decisione e incertezza che rende il nuovo ruolo e il nuovo rapporto familiare tanto articolato ed entusiasmante. Leone si domanda infatti con grande insistenza dove potrà trovare una collocazione il suo nuovo fratellino Mattia, dal momento che negli spazi a lui più familiari – la sua camera da letto, le ginocchia della mamma, le spalle di papà… – sembrerebbe proprio non esserci posto sufficiente. Quelli che sembrano inizialmente interrogativi e soluzioni votati al solo desiderio di marcare il proprio territorio, improvvisamente insidiato, virano sul finale verso un deciso ammorbidimento che dice tutta la tenerezza che i bambini possono coltivare dentro di sé.
Del volume di Émile Jadoul è da poco disponibile anche una versione in simboli della CAA, messa a punto e pubblicata da Officina Babùk. Rispetto a quella originale, a tutt’oggi proposta da Babalibri, questa versione presenta poche differenze. Formato, illustrazioni e impianto grafico ricalcano, infatti, quelli dell’albo illustrato tradizionale, mentre le uniche variazioni testuali concernono l’uso del maiuscolo e la struttura sintattica delle frasi che introducono un discorso diretto. Il soggetto e il verbo dichiarativo vengono infatti qui collocati sempre prima del discorso diretto stesso. Il cambiamento ritmico e stilistico è impercettibile mentre l’impatto sulla comprensibilità non è trascurabile.
La versione in simboli di Tra le mie braccia si caratterizza poi per il ricorso a simboli WLS riquadrati e associati talvolta a singole parole, talaltra a unità di senso (ad esempio “non so davvero” o “sulle spalle”). In alcuni casi, poi, il simbolo viene costruito in modo tale da esplicitare il più possibile il senso della parola corrispondente: è quel che accade, per esempio, quando al pronome “mi” si associa un simbolo con una freccetta che indica l’icona del protagonista. L’idea di fondo è che la simbolizzazione debba supportare il più possibile la comprensione, senza appesantire la lettura, e in funzione di questo venga modulata. Allo stesso scopo mirano gli accorgimenti grafici che concernono la forma dei riquadri che cambia a seconda della posizione (inizio e/o fine frase) e/o del tipo di proposizione (discorso diretto o frase semplice): un’accortezza, questa, ideata dalla stessa casa editrice e utile a facilitare l’orientamento del lettore all’interno della multiformità testuale.
