Cos’è la valutazione multidimensionale?

Le persone con disabilità hanno spesso particolari necessità di assistenza e cure, sia sul piano cognitivo e delle relazioni, sia sul piano della cura della persona. Si parla in questo caso di bisogni socio-sanitari.

Queste esigenze vengono affrontate in modi diversi, con soluzioni domiciliari o residenziali o con mix di interventi (domiciliari, semi-residenziali e residenziali); nel caso dei minori prevalgono nettamente le soluzioni domiciliari.

Soluzioni domiciliari per la disabilità nei minori

Esempi di soluzioni domiciliari sono il contributo per una baby-sitter (o per una “badante” nel caso di adulti e anziani), definito spesso “assegno di cura”; la presenza di un educatore o educatrice; la fornitura di un operatore socio-sanitario (OSS) per l’igiene personale e la gestione della casa.

Spesso è prevista una forma di assistenza a bassa intensità, sotto forma di “buon vicinato”, o “assistenza solidale”. In Torino, per esempio, essa prende il nome di “affido diurno”. Si tratta in ogni caso di una persona che è stata scelta scelta direttamente dall’interessato (o genitori) oppure viene fornita dal Servizio Sociale, con il compito di affiancare la persona nello svolgimento di alcune attività o di trascorrere tempo libero insieme a lei.

A cosa serve la valutazione multidimensionale?

La valutazione multidimensionale serve per erogare le prestazioni socio-sanitarie in modo il più possibile adeguato alle necessità assistenziali della persona.

Una valutazione multidimensionale  socio-sanitaria prende in esame diversi aspetti sociali e aspetti sanitari, produce un punteggio sociale e un punteggio sanitario, che sommati fra loro costituiscono un punteggio socio-sanitario; questo punteggio serve a orientare i Servizi rispetto alle necessità assistenziali della persona, da lievi (“lieve intensità assistenziale”) a elevate (“alta intensità assistenziale”)

Il punteggio sociale della valutazione multidimensionale da gennaio 2023 serve anche per accedere al contributo Piemonte Scelta Sociale

Aggiornato al 21 febbraio 2023

Chi deve fare una visita medica può transitare in ZTL ?

Nella maggior parte delle città italiane alcune aree auliche o centrali sono a traffico limitato. Per accedere a tali ZTL occorrono specifici permessi, cha fanno riferimento ai rispettivi regolamenti comunali.

Vai ai permessi ZTL in Torino

Cosa succede se dovete raggiungere un ospedale o una struttura che si trovano in ZTL?

Questo post si rivolge in particolare a chi debba raggiungere una struttura sanitaria in Torino, ma ogni città d’Italia è probabile che abbia regolamentato tale eventualità, per cui vi invitiamo a far riferimento all’Ufficio Relazioni con il Pubblico della città di riferimento.

Bisogna fare alcuni distinguo: per quale motivo dovete raggiungere la struttura o l’ospedale? Si trovano all’interno della ZTL o la dovete attraversare per raggiungerli?

L’esenzione vale soltanto per visite mediche o prestazioni sanitarie. Non vale per il ritiro referti, o per prenotare esami, o per andare a trovare un parente ricoverato, per esempio.

Inoltre, se si tratta di transitare in ZTL, dovrete essere in possesso di un permesso ZTL, in particolare, in caso di disabilità, dovrete essere titolari del Contrassegno di sosta e circolazione.

Se invece la struttura sanitaria o l’ospedale  si trovano all’interno della ZTL non occorrerà un permesso specifico: sarà sufficiente comunicare anticipatamente all’accettazione dell’ospedale o della struttura sanitaria il numero della vostra targa; questi provvederanno a comunicarla a loro volta a GTT, in modo da non farvi sanzionare dal Comune.

Vai alle FAQ GTT Torino

Aggiornato al 23-5-2022

Occorre rinnovare i permessi 104 dopo la visita di revisione?

L’articolo 33 della legge 104 / 1992 prevede una serie di agevolazioni lavorative in caso di handicap grave certificato:

La legge 53/2000 (art. 4, comma 4bis) prevede inoltre due anni di congedo straordinario retribuito e il D. Lgs 151/2001 (art. 33) prevede la possibilità di prolungare il congedo parentale facoltativo fino al compimento del dodicesimo anno di vita del figlio.

Abbiamo trattato in un articolo specifico la modalità con cui richiedere i permessi lavorativi e i congedi, che differisce fra dipendenti pubblici, insegnanti della scuola pubblica e dipendenti del settore privato.

Ci occupiamo in questo articolo di come rinnovare i permessi e i congedi e di quando occorra presentare una nuova richiesta.

Un primo caso è quello in cui sul verbale di handicap sia riportata un mese/anno di “REVISIONE” dell’handicap: in questo caso il diritto ai permessi perdurerà fino al giorno dell’accertamento INPS. Se verrà confermato lo stato di  handicap grave (comma3, art. 3 L. 104/92) la possibilità di utilizzare i permessi proseguirà senza dover presentare una nuova richiesta all’INPS. “Diversamente, qualora all’esito della revisione non risulti confermata la disabilità [leggi: handicap] con connotazione di gravità, si procederà al recupero del beneficio fruito” (messaggio INPS n. 93 del 13/1/21).

Per quanto riguarda i lavoratori pubblici, sarà necessario presentare il nuovo verbale di handicap (pagine OMISSIS) all’ufficio del personale (o alla segreteria in caso di scuole pubbliche).

Come comportarsi dopo la visita di revisione dell’handicap?

Quando la situazione di disabilità è purtroppo grave ed è presumibile che l’INPS confermerà l’handicap grave, si può proseguire a prendere i permessi retribuiti con un’alta possibilità che essi verranno confermati.

In ogni caso, tramite delega allo SPID, CNS e CIE è possibile verificare su MY INPS, in tempo reale, se sia stato prodotto il nuovo certificato e se dia diritto ai permessi 104 (ricordiamo che dev’essere riportato comma3, art. 3, Legge 104 5 febbraio 1992).

Vai all’articolo: come comportarsi in caso di revisione dell’invalidità o dell’handicap

Aggiornato al 2-5-2022

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Il Contrassegno Unificato Disabili Europeo (CUDE)

Ai sensi dell’Articolo 381, decreto del Presidente della Repubblica 495/1992 – Contrassegno Invalidi, le persone “con deambulazione sensibilmente ridotta”, o con “cecità assoluta” hanno diritto al contrassegno europeo di sosta e circolazione.

Sul verbale d’invalidità o di handicap delle persone disabili che hanno diritto al contrassegno è riportato l’art. 318: leggi dove trovarlo sul verbale

Il D.M. Infrastrutture del 5 luglio 2021 ha istituito il Registro Pubblico CUDE.

Si tratta di una banca dati nazionale online che permetterà alle persone con il contrassegno di circolare liberamente nelle ztl di tutti i Comuni italiani ed europei senza temere di incorrere in sanzioni.

Questo è possibile grazie a un microchip elettronico inserito nel contrassegno, contenente i dati del titolare e due targhe. Precisiamo che non si tratta di dati sensibili.

Se viaggerete a bordo di un’automobile con una targa diversa, dovrete modificare telematicamente la targa associata al contrassegno.

La piattaforma non è ancora attiva, ma è iniziata la sua implementazione a livello nazionale. Vi terremo costantemente aggiornati.

Le persone disabili possono parcheggiare in zona blu?

Come si richiede il CUDE?

La maggior parte dei contrassegni di sosta e circolazione sono stati già rilasciati automaticamente con il microchip. Se così non fosse, occorre fare riferimento alla Polizia municipale del proprio Comune per richiederlo o per ricevere le informazioni corrette sull’ufficio di riferimento.

Leggi: Come richiedere il Contrassegno Europeo di Sosta e Circolazione

Pubblico registro automobilistico – Come funziona il CUDE?

 

Aggiornato al 8/4/22

tagliando-disabili

Permessi e congedi incidono su ferie, tredicesima, TFR?

Permessi lavorativi, malattia del figlio, ferie

Nello stesso mese lo stesso genitore può fruire dei tre giorni di permesso lavorativo (Legge 104, art. 33) e dei giorni per malattia del figlio.

Nel caso in cui nello stesso mese il genitore abbia fruito di alcuni giorni di ferie, i giorni di permesso retribuito non si riducono proporzionalmente ai giorni effettivamente lavorati, cioè rimangono comunque tre.

I giorni di ferie e la tredicesima, inoltre, non vengono decurtati se il lavoratore fruisce dei tre giorni di permesso retribuito. Il TRF non viene ridotto in proporzione ai giorni di assenza dal lavoro per fruizione dei tre giorni di permesso mensile retribuito.

Congedo straordinario e ferie

Il congedo straordinario, contrariamente al permesso retribuito, incide negativamente sulle ferie e sulla tredicesima e sul trattamento di fine rapporto (D Lgs 151/01, art42, comma 5 quinquies).

 Aggiornato il: 7/11/17

permessi-retribuiti

Posso assistere mio figlio in ospedale?

I permessi lavorativi retribuiti (detti “Permessi Legge 104”) e il congedo straordinario retribuito vengono concessi di norma in assenza di ricovero della persona disabile da assistere. Esistono per fortuna delle eccezioni.

Astensione facoltativa:  fino al terzo anno di vita del bambino, non può essere concessa nel caso di ricovero in istituti specializzati. Dunque, può essere concessa in caso di degenza ospedaliera.
Permessi lavorativi: dopo il terzo anno di vita e per i maggiorenni, l’eccezione invece è più generale e riguarda qualsiasi tipo di ricovero.

Se i sanitari dell’ospedale dichiarano che è necessaria la presenza del genitore, oppure in caso di prognosi infausta a breve termine, i permessi lavorativi vengono concessi.

Ricovero in struttura residenziale: se vostro figlio è ricoverato presso una struttura residenziale e dovete accompagnarlo al di fuori della struttura che lo ospita per effettuare visite e terapie, avete diritto ai permessi. Dovrete presentare apposita documentazione rilasciata dalla struttura che attesti le visite o le terapie effettuate e i permessi possono essere concessi solo in quella occasione.

 

Aggiornato al: 6-12-2016

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Come si ottiene un ausilio?

Un ausilio si ottiene se autorizzato dall’ASL di residenza. A parte gli apparecchi acustici, è possibile la prescrizione di un ausilio ai minori anche in assenza di riconoscimento d’invalidità civile.

Le fasi per l’ottenimento di un ausilio sono cinque, e cioè:

  1. la prescrizione da parte di un medico specialista del servizio pubblico (ASL o ospedale) dell’ausilio necessario; la Regione Piemonte (Linee Guida di applicazione del Nomenclatore Tariffario) indica l’oppurtunità che prescriva l’ausilio il medico che segue effettivamente nella riabilitazione il bambino disabile;
  2. il preventivo: dovrete recarvi presso una ditta, un negozio o una farmacia ortopedici per richiedere il preventivo esatto in base alla prescrizione dello specialista; in alcuni casi occorrono due preventivi;
  3. l’autorizzazione: portate prescrizione e preventivo all’ufficio protesi della vostra ASL, poiché ogni fornitura di ausilio deve essere anche autorizzata dall’ASL; qualora scegliate un tipo o un modello di dispositivo non incluso nel nomenclatore tariffario, ma riconducibile a giudizio dello specialista prescrittore per omogeneità funzionale a quello prescritto l’ASL di competenza autorizza la fornitura e corrisponde una remunerazione non superiore alla tariffa applicata o al prezzo determinato dall’ASL stessa per il dispositivo incluso nel nomenclatore e corrispondente a quello;
  4. la consegna: può avvenire a domicilio o presso la vostra ASL: siete voi a decidere;
  5. il collaudo: deve avvenire entro 20 giorni dalla consegna e deve essere eseguito dal medico specialista che ha prescritto l’ausilio. Se l’ausilio è stato preso presso ditta che ha vinto l’appalto di fornitura all’ASL, il collaudo non viene richiesto. Il collaudo è la verifica da parte dello specialista della congruità clinica dell’ausilio rispetto alla prescrizione (cioè del fatto che sia proprio quello che vi aveva prescritto, che finzioni e che sia l’ausilio clinicamente adatto alla situazione)

NB: in Piemonte anche i bambini stranieri non regolarmente presenti hanno diritto agli ausili (DGR 6-3264 27/06/06)

Per verificare la procedura corretta per ottenere ausili e protesi è opportuno consultare il sito dell’ASL di riferimento. Per Torino: http://www.aslcittaditorino.it/servizi/assistenza-protesica-integrativa/

Aggiornato al 19-4-2021

Indennità: in caso di ricovero

L’indennità di frequenza e l’indennità di accompagnamento non vengono erogate nei casi di ricovero presso strutture ospedaliere con retta a carico dello stato per un periodo di degenza pari o superiore a 30 giorni. Viene considerata come effettiva interruzione di ricovero la dimissione che dura più di 24 ore. Per es. è considerato un unico ricovero il periodo [1/1/2015-14/1/2015] + [15/1/2015-19/1/2015] + [20/1/2015 – 31/1/2015].

In caso di minori l’indennità di accompagnamento viene ugualmente erogata se i sanitari della struttura dichiarano che il minore necessita di assistenza da parte di adulti, che la struttura non è in grado di garantire.

La presenza dei minori presso le comunità di tipo familiare è invece compatibile con l’erogazione dell’indennità di frequenza e di accompagnamento.

 

Ultimo aggiornamento: 18/01/2016

L’indennità di accompagnamento spetta quando il bambino è in ospedale?

L’indennità di frequenza e l’indennità di accompagnamento non vengono erogate nei casi di ricovero presso strutture ospedaliere con retta a carico dello Stato per un periodo di degenza pari o superiore a 30 giorni, in proporzione alla lunghezza del periodo di ricovero.

Cosa succede se il ricovero viene interrotto una o più volte durante i 30 giorni?

Si calcola un unico ricovero quando la interruzioni sono minori o uguali a 1 giorno. Per esempio:

periodo 1: 1/1/2015 – 14/1/2015
periodo 2: 15/1/2015 – 19/1/2015
periodo 3: 20/1/2015 – 31/1/2015

In questo caso di esempio, il bambino perderebbe un mese di indennità di accompagnamento o di frequenza.

NB: Nel caso di minori è prevista un’eccezione, ovvero l’indennità non viene sospesa nel caso in cui i sanitari della struttura dichiarino che il bambino necessita di un’assistenza che l’ospedale non può garantire.

La presenza dei minori presso le comunità di tipo familiare è invece compatibile con l’erogazione dell’indennità di frequenza o di accompagnamento.

 

Ultimo aggiornamento: 21/12/2015

Come funziona il congedo straordinario retribuito di due anni?

I genitori di un figlio con handicap certificato in situazione di gravità, se hanno un contratto di lavoro come dipendenti, hanno diritto a due anni di congedo retribuito nell’arco della loro vita lavorativa.

Il congedo può essere richiesto sia da dipendenti pubblici e privati, part- time e full time, a tempo indeterminato e determinato.

La norma di riferimento è il “Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità”, in particolare l’articolo 42.

Il diritto a fare domanda di congedo straordinario parte da quando al bambino viene riconosciuta la situazione di handicap con gravità: su richiesta del genitore, la commissione medico-legale può rilasciare un certificato provvisorio seduta stante, al temine della visita di accertamento o di rivedibilità.
Vedi “Come richiedere i permessi e il congedo?

Chi ha diritto al congedo straordinario?

Possono fruire del congedo i parenti e gli affini fino al terzo grado, ma soltanto se gli altri parenti più prossimi (figli, genitori, fratelli) sono mancanti, deceduti o anch’essi invalidi.
Ovviamente nel caso dei minori si esclude l’eventualità che il congedo venga preso da figli o coniuge.

Il congedo può essere frazionato?

Il congedo può essere fruito in forma continuativa (cioè per due anni di seguito), oppure frazionata (in anni, mesi, settimane, fino alla singola giornata). Gli anni sono due in totale, da distribuirsi fra entrambi i genitori in base alle loro necessità.

NB: se fra una frazione di congedo e l’altra non vi è un effettivo rientro al lavoro (per es. una frazione termina il venerdì e quella successiva inizia il lunedì) i giorni compresi fra una frazione e l’altra (es. il sabato e la domenica) vengono computati nel congedo.

Se ho utilizzato il congedo per mio figlio potrò utilizzarlo anche per i miei genitori anziani?

Gli anni di congedo sono due in totale: se hai fruito di un anno per tuo figlio, rimarrà un anno per un altro familiare (coniuge, genitore, fratello o sorella). Se saranno in situazione di handicap grave esso sarà retribuito, altrimenti sarà non retribuito.

Come funzionano la retribuzione, le ferie e la tredicesima durante il congedo per handicap?

Durante il periodo di congedo, si percepisce un’indennità INPS, corrispondente all’ultima retribuzione, fino al limite complessivo massimo di 47.446,00 euro annui (rivalutati annualmente in base all’indice ISTAT).

Diversamente dal congedo parentale, durante i periodi di congedo straordinario non si maturano ferie, TFR e tredicesima. Si matura invece la pensione,  dunque il genitore che resta a casa non dovrà in alcun modo versare ulteriori contributi all’INPS.

Leggi anche: Si possono cumulare permessi retribuiti e congedo?

Congedo straordinario e ricovero

Il congedo spetta soltanto in assenza di ricovero, salvo i casi in cui i sanitari della struttura richiedono la presenza dei familiari.

Interruzione del congedo

Il congedo straordinario può essere interrotto soltanto in pochi casi:

L’INPS ha introdotto in settembre 2023 una nuova funzionalità, “Variazione dati domanda” (messaggio INPS 3139 del 7/9/2023) per consentire la variazione delle condizioni dichiarate in una domanda già presentata in modalità telematica.

Vai alla pagina del  servizio INPS – congedo straordinario

Ultimo aggiornamento: 09/10/2023

Fino a che età si può prendere il congedo parentale?

Fino a che età è possibile prendere il congedo parentale?

Per ogni bambino, nei primi suoi dodici anni di vita, ciascun genitore ha diritto di astenersi dal lavoro per un periodo frazionato o continuativo di 6 mesi (il cosiddetto congedo parentale). Complessivamente, i due genitori non possono superare il massimo di 10 mesi.

Per incentivare il padre lavoratore ad occuparsi dei figli, ai papà è data la possibilità di fruire di un ulteriore mese di congedo (7 mesi in totale). Questa possibilità è data ai padri che abbiano preso almeno tre mesi di congedo parentale (non importa se in forma frazionata o continuativa). In questo caso, il periodo massimo complessivo di congedo parentale tra i due genitori diventa di undici mesi e non più di dieci. I due genitori possono fruire del congedo contemporaneamente.

Il genitore unico (o con affido esclusivo) può usufruire di un periodo di congedo di 10 mesi.

Alcuni contratti collettivi prevedono la possibilità di frazionare il congedo in ore.

D lgs 151/2001

Il congedo parentale è retribuito?

I periodi di congedo ulteriori rispetto ai nove mesi indennizzati, sono “retribuiti” un’indennità pari al 30% della retribuzione media giornaliera, soltanto se il reddito individuale del genitore richiedente è inferiore a 2,5 volte l’importo annuo del trattamento minimo di pensione (corrispondenti a 16756.35 euro per il 2022).

Congedo parentale e handicap grave

Se il bambino ha una certificazione di handicap con gravità, tale congedo può essere utilizzato, fino al compimento dei dodici anni di età, per un totale di tre anni, in forma continuativa.

Nei primi tre anni di vita del bambino, i genitori, possono fruire, in alternativa, di due ore di permesso al giorno (D Lgs 151/2001 art. 33- Legge 104/92 art. 33 comma 1) o di tre giorni di permesso retribuito al mese (detti permessi 104, dalla norma istitutiva), suddivisi fra entrambi o in capo a uno solo dei due.

Successivamente al dodicesimo compleanno, i genitori possono fruire dei tre giorni di permesso mensile retribuito.

Per tutta la vita, invece, essi possono fruire di due anni di congedo straordinario retribuito (D. Lgs 151/01 art. 42), in forma frazionata o continuativa e distribuito fra entrambi i genitori o in capo a uno solo dei due.

I congedi e i permessi spettano al genitore richiedente anche qualora l’altro genitore non ne abbia diritto (per es. perché disoccupato, pensionato, o lavoratore autonomo).

 

Cumulabilità dei congedi e dei permessi nello stesso mese

Il congedo parentale non è compatibile con il congedo straordinario retribuito, mentre è compatibile con i risposi orari e con i tre giorni al mese della Legge 104

Congedo parentale e ricovero

Per i primi tre anni del figlio, i genitori hanno diritto al prolungamento del congedo parentale facoltativo , in assenza di ricovero a tempo pieno presso istituti specializzati, mentre una volta compiuti i tre anni vige il requisito dell’assenza di ricovero (compresi gli ospedali), a meno che la presenza dei genitori venga richiesta dai sanitari. Per ricovero a tempo pieno si intende il ricovero per le intere 24 ore presso ospedali o in strutture pubbliche o private che assicurino assistenza sanitaria.

 

Ultimo aggiornamento: 19/9/2022

richiesta-congedo-parentale

Come funzionano i riposi e i permessi della Legge 104?

Le agevolazioni descritte in questo capitolo si aggiungono a quelle previste per tutti i genitori. Spettano anche ai genitori affidatari o adottivi e vengono concesse nel caso in cui al minore sia stato riconosciuto l’handicap in situazione di gravità. Inoltre il genitore deve essere un lavoratore dipendente.

Le norme fondamentali di riferimento sono la Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate (L. 104/92 – artt. 33 e 35) e il Testo Unico in materia di tutela della maternità e della paternità (D. Lgs 151/2001 – artt. 33 e 42 – s.m.i.).

 

Prolungamento del congedo parentale

La madre o in alternativa il padre di figlio riconosciuto in situazione di handicap con gravità hanno diritto, entro il compimento del dodicesimo anno di vita del bambino, al prolungamento del congedo parentale, che è fruibile per un periodo massimo totale non superiore a tre anni, in misura continuativa o frazionata. Questo periodo comprende i periodi di congedo parentale riconosciuti a tutti i genitori, (D.Lgs 151/01, art. 32).

Durante il periodo del prolungamento del congedo parentale il bambino non deve essere ricoverato a tempo pieno presso istituti specializzati, salvo che, in tal caso, sia richiesta dai sanitari la presenza del genitore, che è il caso più comune.

Il congedo può essere fruito anche su base oraria.

Due ore di riposo giornaliero

In alternativa al prolungamento del congedo parentale, fino al compimento del terzo anno di vita del bambino la madre o in alternativa il padre hanno diritto a un riposo giornaliero retribuito di due ore (1 ora se la giornata lavorativa è inferiore alle 6 ore).

Ai genitori di gemelli con handicap grave i riposi orari devono essere riconosciuti in misura doppia (4 ore al giorno).

Tre giorni al mese di permesso retribuito Legge 104/92

In alternativa alle misure precedenti, entrambi i genitori hanno diritto a tre giorni al mese, che non sono cumulabili da un mese all’altro (ovvero il tetto massimo è di tre giorni per mese); i giorni possono essere distribuiti fra madre e padre (per es. 2 giorni la madre e un solo giorno il padre). Possono essere riconosciuti per più di un figlio con handicap grave, se è dimostrabile che non sono sufficienti per occuparsi adeguatamente di entrambi i figli.

I due genitori devono fruire dei “tre giorni di permesso 104” in giorni diversi fra loro.

Avete diritto a prendere i giorni 104 anche se l’altro genitore non ne ha diritto (perché non lavoratore o per es. perché esercita la la libera professione).

D. Lgs. 151/01 – Art. 42, comma 2

In caso di part time (verticale oppure orizzontale) i permessi risultano proporzionati alle ore effettivamente lavorate. Se il part time è orizzontale, o lavorate un certo numero di mesi all’anno, non cambia nulla nella fruizione dei tre giorni mensili: il calcolo infatti rispecchia quello per le ferie.

Turni di lavoro articolati a cavallo di due giorni solari e/o durante giornate festive (Messaggio INPS 3114/2018). Per “lavoro a turni” si intende ogni forma di organizzazione dell’orario di lavoro, diversa dal normale “lavoro giornaliero”, in cui l’orario operativo dell’azienda può andare a coprire l’intero arco delle 24 ore e la totalità dei giorni settimanali. Tale modalità organizzativa, pertanto, può comprendere anche il lavoro notturno e il lavoro prestato durante le giornate festive (compresa la domenica). Il permesso fruito in corrispondenza dell’intero turno di lavoro va considerato pari ad un solo giorno di permesso anche nel caso in cui si articoli a cavallo di due giorni solari. L’eventuale riproporzionamento orario dei giorni di permesso dovrà essere applicato solo in caso di richiesta di fruizione ad ore, in base a un algoritmo (Messaggio INPS 16866/2007)

Frazionabilità dei tre giorni di permesso. Le possibilità di frazionare i tre giorni di permesso cambiano a seconda che il genitore interessato sia un dipendente privato o un dipendente pubblico.

Dipendenti privati: l’INPS ammette sia la frazionabilità in sei mezze giornate, sia la frazionabilità in ore (es. 18 ore nei casi in cui l’orario di lavoro sia di 36 ore suddiviso in sei giorni lavorativi; 21,6 ore su 36 ore di lavoro suddivise in 5 giorni lavorativi). Per effettuare i calcoli vi invitiamo a consultare il Messaggio INPS 16866/2007

Dipendenti pubblici: il frazionamento dei tre giorni nel settore pubblico è possibile soltanto in ore; in via generale, salvo diverse indicazioni all’interno del CCNL, il calcolo corrisponde al numero di ore previste alla settimana / numero dei giorni di servizio previsti x 3 (es. 36 ore settimanali / 5 giorni di lavoro x 3 = 21,6 ore di permesso retribuito)

Ricovero. In caso di ricovero la concessione dei permessi spetta soltanto nel caso in cui il bambino non sia ricoverato a tempo pieno (salvo che non abbia ancora compiuto tre anni). Per ricovero a tempo pieno si intende il ricovero per le intere 24 ore presso ospedali o in strutture pubbliche o private che assicurino assistenza sanitaria.

Fanno eccezione le seguenti circostanze:

•  i sanitari della struttura dichiarano il bisogno di assistenza da parte di un genitore o di un familiare
•  dovete accompagnare vostro figlio al di fuori della struttura che lo ospita per effettuare visite e terapie non effettuabili al suo interno
•  la situazione è di coma vigile e/o di paziente in fase terminale (questa eccezione vale soltanto per i lavoratori dipendenti privati che fruiscano dei permessi)

Retribuzione e contributi: I permessi sono retribuiti e coperti dai contributi figurativi.

Leggi: Come funzionano i riposi e i permessi retribuiti?

Due anni di congedo straordinario retribuito (D. LGS 151/2001 ART. 42, comma 5-bis)

Entrambi i genitori di una persona con handicap grave hanno diritto a due anni di congedo straordinario retribuito e coperto dai contributi figurativi.

I due anni possono essere fruiti da un solo genitore oppure distribuiti fra entrambi (per es, 1 anno per uno); possono essere fruiti in un’unica soluzione oppure frazionati in mesi, settimane o perfino singole giornate (per es. per avere un giorno a settimana è possibile utilizzare nello stesso mese dei tre giorni dei “permessi Legge 104” e di una giornata del congedo straordinario).

Il congedo deve essere fruito dai due genitori in momenti diversi. Se ne ha diritto anche se l’altro genitore non lavora.

Leggi: Come funziona il congedo straordinario?

 

Cumulabilità di permessi e congedi

Con il messaggio n. 4143 del 22-11-2023 l’INPS ha specificato che queste agevolazioni lavorative possono essere distribuite fra più familiari, purché non nelle stesse giornate:

“Per i mesi in cui risultino già autorizzati periodi di congedo straordinario, potranno essere autorizzate domande per fruire di tre giorni di permesso mensile/prolungamento del congedo parentale oppure di ore di permesso alternative al prolungamento del congedo parentale presentate da altri referenti, per assistere la stessa persona disabile in situazione di gravità.
Si ribadisce che i suddetti benefici non posso essere fruiti nelle medesime giornate, trattandosi di istituti rispondenti alle medesime finalità di assistenza al disabile in situazione di gravità, e devono, quindi, intendersi alternativi.”

Ultimo aggiornamento: 15/1/2024

 

Quali sono le agevolazioni lavorative in caso di handicap grave?

L’arrivo di un figlio rivoluziona sempre i tempi e l’organizzazione di una famiglia: l’arrivo di un figlio con disabilità può stravolgerli.

Nel caso in cui si abbia un figlio riconosciuto in situazione di handicap, sono previste alcune agevolazioni lavorative, purtroppo in gran parte riservate ai soli lavoratori dipendenti.

Innanzitutto, se non vi è chiara la differenza fra i termini “invalidità” e “handicap” e fra “handicap” e “handicap con connotazione di gravità” vi consigliamo di leggere il nostro post dedicato.

Le norme di riferimento sono la Legge 104/92 e il Testo Unico in materia di tutela della maternità e della paternità, D. Lgs 151/2001, il D.Lgs. 80/2015

Nota bene: le agevolazioni descritte in questo capitolo vengono concesse nel caso in cui al bambino sia stato riconosciuto l’handicap con connotazione di gravità (ovvero quando sul verbale di handicap è riportato “comma 3, art. 3, L. 104/92″), eccezion fatta per l’esenzione dal lavoro notturno, e alla priorità nella richiesta di part time, che vengono riconosciute anche in assenza di gravità (sul verbale sarà riportato “comma 1, art. 3, L. 104/92″).

I congedi, i riposi e i permessi che tratteremo in questa sezione si aggiungono a quelli previsti per i genitori di tutti i bambini.

Tutte le agevolazioni citate in questo articolo spettano anche ai genitori affidatari o adottivi.

1. Prolungamento a 36 mesi del congedo parentale facoltativo

Successivamente ai 5 mesi di astensione obbligatoria della madre dal lavoro, per i primi dodici anni di vita del figlio, i genitori lavoratori dipendenti possono astenersi dal lavoro complessivamente per un totale di dieci mesi (11 se il padre usufruisce di almeno tre mesi di congedo). Al padre lavoratore dipendente il congedo spetta anche durante il periodo di astensione obbligatoria della madre (a decorrere dal giorno successivo al parto), e anche se la stessa non lavora. Il congedo può essere fruito su base oraria (D.Lgs 151/01 art. 32).

In caso di figlio con handicap in situazione di gravità i mesi di astensione facoltativa totali sono 36 (tre anni), a condizione che il bambino non sia ricoverato a tempo pieno presso istituti specializzati, salvo che, in tal caso, sia richiesta dai sanitari la presenza del genitore. L’indennità è pari al 30% della retribuzione.

Il prolungamento del congedo parentale può essere utilizzato in maniera continuativa o frazionataa giorni, a settimane o a mesi.

In caso di adozione o affidamento, il congedo parentale può essere fruito dai genitori adottivi e affidatari, qualunque sia l’età del minore, entro dodici anni dall’ingresso del minore in famiglia, e comunque non oltre il raggiungimento della maggiore età.

 

2. Permesso orario

Nei primi tre anni di vita del figlio in situazione di handicap grave, ai genitori lavoratori dipendenti vengono riconosciute due ore di permesso lavorativo al giorno, retribuite e coperte dai contributi figurativi.

 

3. Tre giorni di permesso al mese

Ai genitori di minore in situazione di handicap grave sono riconosciuti tre giorni di permesso mensile, retribuiti e coperti dai contributi figurativi. I giorni sono tre in totale fra entrambi i genitori (es. la madre può prenderne due e il padre uno, o viceversa, oppure lo stesso genitore può prenderne tre e l’altro nessuno). Non sono cumulativi: se in un mese i genitori fruiscono per esempio di due giorni, il mese successivo avranno comunque diritto a tre giorni. Questo beneficio spetta durante l’intera vita lavorativa del genitore.

Raggiunta la maggiore età del figlio devono sussistere la convivenza o, in assenza di convivenza, l’assistenza al figlio deve essere continuativa ed esclusiva.

 

4. Due anni di congedo straordinario

I lavoratori dipendenti con un figlio in situazione di handicap grave, hanno diritto a un periodo di due anni (frazionabili fino alla singola giornata), retribuito e coperto dai contributi figurativi[1]. Se il figlio è maggiorenne deve sussistere la condizione della convivenza.

Il congedo è accordato a condizione che la persona da assistere non sia ricoverata a tempo pieno, salvo che, in tal caso, sia richiesta dai sanitari la presenza del soggetto che presta assistenza.

Il congedo straordinario è compatibile con la fruizione del congedo di maternità o parentale, ovvero mentre un genitore fruisce del congedo parentale, l’altro può, nei medesimi giorni, fruire del congedo straordinario

Le misure dei punti 1, 2, 3 sono alternative.

Per convivenza s’intende la residenza presso lo stesso Comune, Via, Numero civico. E’ contemplata la residenza presso una scala o interno diverso, ma non presso un numero civico diverso.

Circolare 1/2012 del Dipartimento della Funzione Pubblica

Circolare INPS 32/2012

 

Esenzione dal lavoro notturno

Spetta:

•  alle madri di un figlio di età inferiore a tre anni o, alternativamente, ai padri conviventi con le stesse;
•  all’unico genitore affidatario di un figlio convivente di età inferiore a dodici anni;
•  ai familiari che “abbiano a proprio carico un soggetto disabile ai sensi della Legge 5 febbraio 1992, n. 104″ (ovvero con certificazione di handicap). Per questa agevolazione non occorre la connotazione di gravità.


Il concetto di “a carico” si riferisce al prendersi cura del bambino, non all’averlo a carico dal punto di vista fiscale. Quindi, se per esempio il padre lo ha a carico fiscalmente al 100, ma non ha turni notturni, mentre la madre non lo ha a carico fiscalmente, ma lavora di notte, questa può chiedere l’esenzione dal lavoro notturno.

 

Sede di lavoro e trasferimenti

Il genitore che assiste con continuità un bambino in situazione di handicap con connotazione di “gravità” ha diritto a scegliere, ove possibile, la sede di lavoro più vicina al proprio domicilio.

Egli inoltre non può essere trasferito ad altra sede senza il suo consenso (L. 104/92, art. 33).

Richiesta di part-time

“In caso di richiesta del lavoratore o della lavoratrice, con figlio convivente di età non superiore agli anni tredici o con figlio convivente portatore di handicap ai sensi dell’articolo 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, è riconosciuta la priorità alla trasformazione del contratto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale»” (L. 247/07 art. 44 c. 3)


[1]L’indennità e la contribuzione figurativa spettano fino a un importo complessivo massimo di euro 43.579,06 annui per il congedo di durata annuale, importo rivalutato annualmente (dal 2011) sulla base della variazione dell’indice Istat.

Vai al sito dell’INPS

Come presentare la domanda di invalidità o di handicap

Come comportarsi se il certificato di handicap tarda ad arrivare?

Ultimo aggiornamento: 27/11/2020

Come richiedere i permessi e i congedi?

La modalità con cui si richiedono i permessi e i congedi è differente a seconda che chi fruirà dei benefici sia un dipendente pubblico o privato.

Dipendenti pubblici

Il dipendente pubblico presenta la domanda per i tre giorni mensili o per  il congedo straordinario all’ufficio del personale del proprio Ente datore di lavoro.

La domanda deve essere corredata dal verbale di handicap. Il verbale provvisorio rilasciato dalla commissione di accertamento dell’handicap vale a tutti gli effetti per la richiesta dei permessi retribuiti e del congedo straordinario, fino al ricevimento del verbale definivo dell’INPS, che vi perverrà a casa tramite lettera raccomandata.

Non appena vi perverrà ne porterete una copia all’ufficio del personale.

Dipendenti di ditte private e operai agricoli

I dipendenti di ditte private o gli operai agricoli iscritti all’INPS possono presentare domanda di assistenza a un proprio familiare disabile in uno dei modi seguenti:

a) tramite un patronato;

b) per via telematica, dal sito dell’Istituto (occorre essere in possesso dello SPID – Sistema Pubblico Identità Digitale), seguendo questo percorso:

www.inps.it –>prestazioni e servizi –> tutti i servizi –> Filtrare la ricerca cliccando sulla lettera ‘D’ –>Domande per prestazioni a sostegno del reddito –> autenticazione tramite CF e PIN/CNS/SPID –> Disabilità –> Permessi Legge 104/1992 –> Acquisizione domanda per assistenza ai familiari disabili

La domanda deve essere corredata dal verbale di handicap. Il verbale provvisorio rilasciato dalla commissione di accertamento dell’handicap vale a tutti gli effetti per la richiesta dei permessi retribuiti e del congedo straordinario, fino al ricevimento del verbale definivo dell’INPS, che vi perverrà a casa tramite lettera raccomandata.

Richiesta di congedo parentale tra gli otto e i dodici anni di vita o di ingresso di minore adottivo in famiglia: tramite sito dell’INPS o patronato.

L’INPS chiarisce la domanda cartacea va utilizzata solo dai genitori lavoratori dipendenti che fruiscono di periodi di prolungamento di congedo parentale dal 25 giugno 2015 al 31 dicembre 2015, per figli in età compresa tra gli 8 ed i 12 anni, oppure per minori in adozione o affidamento che si trovano tra l’8° ed il 12° anno di ingresso in famiglia.

Per tutti gli altri genitori lavoratori dipendenti aventi diritto al prolungamento del congedo parentale per figli di età inferiore agli 8 anni, la domanda continua ad essere presentata in via telematica.

Domanda per assistere due familiari con handicap grave

Nel caso in cui uno stesso lavoratore debba assistere due persone con handicap grave, per es. il proprio figlio e un altro familiare, deve formulare due domande distinte, una per ciascun familiare da assistere.

NB: è possibile assistere due familiari quando:

•  si tratti del coniuge o di un parente o affine entro il 1° grado (o entro il 2° grado qualora i genitori o il coniuge del disabile abbiano compiuto i 65 anni, oppure siano affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti)
•  l’assistenza possa essere effettuata solo in forma disgiunta (cioè quando la prestazione nei confronti di due o più familiari disabili può essere assicurata solo con modalità ed in tempi diversi. In pratica l’assistenza deve essere contemporaneamente “esclusiva” e “continua” per ciascuno degli assistiti

In caso di rivedibilità del verbale, nel periodo che intercorre fra la scadenza del verbale e la visita di rivedibilità da parte dell’INPS, i genitori che desiderano fruire del prolungamento del congedo parentale (D.Lgs. 151/01 – art. 33, c. 2), riposi orari alternativi al prolungamento del congedo parentale (L.104/92 art. 33, c.2), congedo straordinario (D. Lgs.151/01 art. 42) devono ripresentare domanda di risposo o di congedo (i dipendenti privati all’INPS o patronato o tramite sito www.inps.it ; i dipendenti pubblici presso il proprio ufficio del personale)

Circolare INPS 127 8/7/2016

Messaggio INPS 4805 16/7/2015

Da quando decorre il diritto ai permessi 104?

La domanda ha validità a decorrere dalla sua presentazione, mentre l’INPS darà la risposta, stanti i requisiti, entro 30 giorni, salvo eccezioni (leggi sul sito dell’INPS). Attenzione: eventuali variazioni delle notizie o delle situazioni autocertificate nella domanda dovranno essere comunicate all’INPS (dipendenti privati) o all’ufficio del personale (dipendenti pubblici) entro 30 giorni.

In settembre 2023 l’INPS ha introdotto la possibilità di “Variazione dati domanda” (messaggio INPS 3141 del 7/9/23), per consentire la variazione delle condizioni dichiarate in una domanda già presentata in modalità telematica.

Leggi anche: Come funzionano i permessi e i congedi Legge 104?

Ultimo aggiornamento: 15/1/2024

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Fino a che età si può avere il pediatra?

Il pediatra (tecnicamente: “pediatra di libera scelta”) è il medico di fiducia preposto alla tutela dell’infanzia, dell’età evolutiva e dell’adolescenza, cioè dei bambini e dei ragazzi tra 0 e 14 anni.

Ogni bambino, sin dalla nascita, deve avere il suo pediatra per poter accedere a tutti i servizi e prestazioni garantiti dal Servizio sanitario nazionale (Ssn).

Il pediatra è obbligatorio per i bambini fino ai 6 anni; tra i 6 e 14 anni la scelta può essere tra pediatra e medico di famiglia.

In caso di handicap o di patologie croniche si può richiedere un proroga dell’assistenza pediatrica fino a 16 anni di età. Questa possibilità è particolarmente importante quando il pediatra si è formato negli anni rispetto alla patologia del bambino.

Perché la collaborazione tra voi e il pediatra risulti efficace, è importante aggiornarlo costantemente sulle novità provenienti dai diversi specialisti che eventualmente consulterete e sulle vostre scelte in campo sanitario. Egli vi potrà aiutare a “mettere insieme i pezzi” e a capire alcuni termini molto complessi – in quanto molto specialistici – oltre a seguire lo sviluppo globale del vostro bambino.

Come si sceglie il pediatra?

Alla nascita del bambino, una volta ottenuto il suo codice fiscale, sceglierete un pediatra presso l’ufficio di “Scelta e revoca del Medico e del Pediatra” del distretto sanitario in cui risiedete. L’elenco dei pediatri spesso è disponibile sul sito dell’ASL. Alcune ASL prevedono la possibilità della scelta del pediatra online.

A Torino è possibile scegliere qualsiasi pediatra che operi presso una delle due ASL cittadine, l’unica condizione è che il medico prescelto non abbia già raggiunto il numero massimo di assistiti che può avere in carico (a meno che non segua già un fratellino o una sorellina) e sia disposto a visitare i pazienti anche al di fuori della propria ASL di appartenenza.

I bambini stranieri hanno diritto al pediatra?

I bambini figli di stranieri presenti regolarmente sul territorio italiano seguono le regole previste al livello europeo in base al caso specifico – vai al sito del Ministero della salute.

Anche i bambini figli di stranieri presenti non regolarmente sul territorio italiano, che si trovino in Piemonte, hanno diritto al pediatra – vai alla delibera regionale

Quali compiti ha il pediatra?

Tra i compiti del pediatra, oltre alle visite ambulatoriali e domiciliari e alla prevenzione, rientrano:

Il pediatra deve curare l’assistenza, anche domiciliare, del bambino con patologie croniche con progetti di “assistenza domiciliare programmata” o di “assistenza domiciliare integrata”.

Il pediatra deve inoltre scrivere e aggiornare una scheda sanitaria individuale di vostro figlio, che gli consenta di disporre in ogni momento delle notizie e degli avvenimenti che riguardano il suo stato di salute, in modo tale da procedere con una cura personalizzata, appropriata alla storia clinica del bambino.

Cura inoltre i periodici bilanci di salute.

Si può cambiare pediatra?

Nel caso in cui non siate soddisfatti del pediatra che avete scelto, potete revocarlo e sostituirlo: per fare ciò occorre recarsi allo sportello “Scelta e Revoca del medico” della vostra ASL di residenza, con la tessera sanitaria del bambino.
Nel caso in cui il pediatra che sceglierete e quello precedente siano associati, occorre l’accettazione del nuovo pediatra.

Il pediatra visita a domicilio?

Il pediatra non è obbligato a visitare a domicilio tranne in caso di intrasportabilità del bambino.

A chi ci rivolgiamo quando siamo in vacanza in Italia?

Quando il vostro bambino, per qualsiasi ragione, si trova a soggiornare temporaneamente presso un comune diverso da quello di residenza (ad esempio: si trova in una località di vacanze), potete chiedere l’assistenza a un pediatra convenzionato con il Servizio sanitario o alla Guardia Medica.

La visita sarà a pagamento, ma potrete ottenere un rimborso parziale, se vostro figlio:

Per chiedere il rimborso dovete recarvi agli sportelli della vostra ASL di residenza muniti della ricevuta del pagamento.

Ministero della salute

Ultimo aggiornamento: 20-3-2015

Come si prenotano le visite specialistiche?

Dopo le dimissioni dal reparto di maternità dell’ospedale, il vostro bambino può aver bisogno di visite specialistiche (p. es. ortopediche, fisiatriche, neurologiche ecc.) o di specifici esami di laboratorio (p. es. sangue, urine, feci) o strumentali (p. es. radiografie, ecografie, TAC).

 

Come si prenota una visita specialistiche e gli esami?

Tutte le visite di medici specialisti che lavorano all’interno di strutture pubbliche e convenzionate con il Servizio Sanitario, devono essere richieste per vostro figlio dal pediatra di famiglia, che preparerà sull’apposito ricettario un’impegnativa (cioè una richiesta) in cui indicherà la motivazione per cui ritiene necessaria la visita.

Nota bene: le visite a domicilio sono possibili soltanto se il pediatra specifica sull’impegnativa che si tratta di una “Visita domiciliare”.

Ottenuta l’impegnativa, si prenoterà la visita con una delle seguenti modalità:

La visita “ORL, “Percorso fisiatrico” e “Stili di vita” sono prenotabili anche presso la Casa della salute dei bambini e dei ragazzi dell’ASL Cità di Torino.

Le visite domiciliari possono essere prenotate soltanto presso la propria ASL.

 

Come si prenota una visita specialistica a domicilio?

Per prenotare una visita specialistica a domicilio, invece, occorre che l’impegnativa riporti “visita domiciliare”. Per prenotare una visita specialistica a domicilio a Torino seguite le istruzioni sulla pagina dell’ASL Città di Torino.

Altro discorso vale per le visite a domicilio del medico di famiglia o del pediatra.

La visita a domicilio da parte del medico di famiglia o del pediatra è possibile quando la persona non è trasportabile presso l’ambulatorio del medico e quando il medico considera che la situazione clinica sia critica al punto da rendere necessaria una visita a domicilio.

Secondo quanto stabilito dalla Convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale il Pediatra è reperibile tutti i giorni feriali al mattino dalle 08 .00 alle 09 .00 per le richieste di visita a domicilio. Il medico di famiglia è reperibile fino alle 10:00.

Se la visita è stata richiesta entro questi orari, deve essere eseguita di norma nel corso della stessa giornata. Se la richiesta di visita domiciliare viene presentata dopo questi orari, il medico dovrà presentarsi al domicilio entro le 12:00 del giorno successivo.

 

Come si prenota una visita specialistica se sono straniero irregolare?

Le visite specialistiche nel caso di stranieri irregolari vengono prenotate mediante impegnativa rilasciata dello sportello ISI (Informazioni Sanitarie Immigrati) o dal Consultorio pediatrico o ginecologico.

Questi centri rilasciano una tessera “STP” (Straniero Irregolarmente Presente)”, che permette di accedere ai servizi sanitari.

 

Regione Piemonte – Assistenza sanitaria agli stranieri

Sportelli ISI dell’ASL città di Torino

Aggiornato al 31-1-2022

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Come funziona l’esenzione dal ticket?

Le esenzioni ticket

Tutte le prestazioni di diagnostica e le visite mediche specialistiche per la gravidanza, per la tutela della maternità e per l’accertamento di eventuali difetti genetici del feto o di altre patologie che implichino un rischio per la salute della madre e del feto stesso.

Le esenzioni possibili sono:

Tutte le esenzioni devono essere richieste agli sportelli dedicati dell’ASL di residenza.

Esiste inoltre l’esenzione ticket per indigenza economica, che viene rilasciata dal Servizio sociale  anziché all’ASL

 

L’esenzione per invalidità

Poiché la percentuale di invalidità si riferisce alla compromissione delle abilità lavorative, ai minori in età di scuola dell’obbligo non viene attribuita alcuna percentuale d’invalidità: approfondisci.

Vostro figlio ha diritto a un’esenzione per invalidità se è stato riconosciuto minore invalido, o sordo, o cieco (leggi come).

Hanno diritto all’esenzione le persone riconosciute invalide, sorde o cieche (ipovedenti gravi, ciechi parziali o ciechi totali). I codici di esenzione per invalidità vanno da C01 a C 06

C01 Invalidi civili al 100% di invalidità senza indennità di accompagnamento (ex art.6 DM 1.2.1991)

C02 Invalidi civili al 100% di invalidità con indennità di accompagnamento (ex art.6 DM 1.2.1991)

C03 Invalidi civili con riduzione della capacità lavorativa superiore a 2/3 dal 67% al 99% di invalidità (ex art.6 DM 1.2.1991)

C04 Invalidi < di 18 anni con indennità di frequenza ex art. 1 L. 289/90 (ex art.5 D.lgs. 124/98)

C05 Ciechi assoluti o con residuo visivo non superiore a 1/10 ad entrambi gli occhi riconosciuti dalla Commissione Invalidi Ciechi Civili (art.6 DM 1.2.1991)

C06 Sordomuti (chi è colpito da sordità dalla nascita o prima dell’apprendimento della lingua parlata – art.6 DM 1.2.1991, ex art.7 L.482/68 come modificato dalla L.68/99)

La validità dell’esenzione è legata alla validità del verbale: Come comportarsi in caso di rivedibilità?

 

L’esenzione per patologia

Molte patologie danno diritto all’esenzione dal pagamento del ticket su determinate prestazioni e analisi. L’elenco delle patologie e la durata della validità dell’esenzione sono contenuti all’interno di due allegati del DPCM 12-1-17, “Nuovi LEA”: allegati 8 e 8bis

Banca dati patologie croniche invalidanti

Le esenzioni per patologia possono avere una scadenza. Alla scadenza dell’esenzione per patologia, per rinnovarla occorre recarsi presso gli uffici amministrativi della propria ASL di residenza (o di domicilio) con la documentazione clinica attestante la patologia in atto.

FAQ Esenzioni per patologia

 

Malattie rare

L’elenco delle malattie rare si trova all’interno dell’allegato 7 dei “Nuovi LEA”. In Piemonte esse danno diritto anche all’esenzione dal pagamento dei farmaci di Fascia C (DGR n. 38-15326 del 12.04.05)

L’erogazione del farmaco è vincolata alla stesura del piano terapeutico (PT), di validità massima di 12 mesi ed è collegato alla scheda di segnalazione di malattia al Registro interregionale malattie rare e può avvenire esclusivamente presso le farmacie ospedaliere delle Aziende Sanitarie Regionali.

DGR n. 118-6310 del 22/12/2017

Nascita prematura

I bambini nati prematuri, immaturi, a termine con ricovero in terapia intensiva neonatale hanno diritto all’esenzione ticket 040, valida fino al compimento del terzo anno di età

Reddito, disoccupazione, mobilità

Spetta ai residenti di età superiore a 65 anni ed inferiore a 6 anni, appartenenti ad un nucleo familiare con un reddito complessivo lordo, riferito all’anno precedente, non superiore a € 36.151,98

Ai residenti disoccupati e ai loro familiari a carico, appartenenti a un nucleo familiare con un reddito complessivo inferiore a €. 8.263,31 incrementato fino a €. 11.362,05 in presenza del coniuge, incrementato di ulteriori €. 516,46 per ogni figlio a carico.

 

Leggi le FAQ sul Ministero della Salute

 

Ultimo aggiornamento: 23-5-2023

 

Che cos’è la Neuropsichiatria Infantile (NPI)?

La Neuropsichiatria Infantile (NPI) svolge attività di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione per disturbi di natura neurologica, neuropsicologica, psicologica e psichiatrica del bambino e dell’adolescente.
Se vostro figlio viene preso in carico dalla NPI, verrà predisposto per lui un “Progetto riabilitativo individuale” relativo sia agli aspetti sanitari, sia agli aspetti sociali, con particolare cura per l’integrazione scolastica, i percorsi di apprendimento e la socializzazione.

Il servizio di NPI svolge interventi in collaborazione con: i Servizi Sociali, la scuola, il Tribunale dei Minori, il Tribunale Civile e Penale.

Come per ogni prestazione sanitaria rivolta a un minore, per poter prendere in carico vostro figlio la NPI avrà bisogno del consenso di entrambi i genitori, anche se legalmente separati. Se ravvisate un problema da questo punto di vista, parlatene in sede del primo colloquio di accoglienza.

Il servizio di NPI vi potrà accompagnare dai primi mesi dopo la nascita sino al diciottesimo anno di vita di vostro figlio, aiutandovi sia per le terapie riabilitative, sia per altre importanti necessità; in particolare, ci riferiamo alla relazione con il mondo della scuola per quel che riguarda l’ottenimento dell’insegnante di sostegno, la programmazione didattica e la valutazione del percorso scolastico con le insegnanti.

In età infantile è il neuropsichiatra infantile a predisporre gratuitamente il certificato per la richiesta di accertamento di invalidità e handicap e a compilare il Piano Educativo Individualizzato per l’inclusione scolastica e l’apprendimento.

Servizio di NPI Torino

Aggiornato il 12/10/2020

Cosa sono gli interventi riabilitativi?

La riabilitazione riguarda una serie di interventi che possono essere effettuati al fine di ottenere un recupero e/o il mantenimento delle abilità del vostro bambino.
Ne fanno parte ad esempio le visite specialistiche (neuropsichiatriche, foniatriche, fisiatriche, ortopediche, oculistiche ecc.), le terapie fisioterapiche e psicomotorie, le terapie logopediche.
Teniamo conto che l’opportunità che vostro figlio faccia della riabilitazione deve essere comunque e sempre valutata dal medico specialista.
Per gli interventi riabilitativi ci rivolgeremo dunque ai Servizi di Rieducazione – Recupero Funzionale (RRF, o semplicemente “Fisiatria”) o di Neuropsichiatria infantile (NPI), tenendo conto che ogni ASL ha la propria procedura di accesso.
Quando e da chi viene prescritta la riabilitazione al bambino?

La riabilitazione può essere consigliata al vostro bambino dai medici dell’Ospedale Infantile (a Torino il Regina Margherita) o comunque da un neuropsichiatria infantile o ancora dal fisiatra.

Nota bene: è molto utile fare riferimento alla struttura pubblica, anche in vista delle certificazioni e degli interventi necessari all’integrazione scolastica.
Gli interventi riabilitativi si pagano?

Nelle strutture pubbliche e nei centri convenzionati l’intervento è prescritto dallo specialista pubblico ed è gratuito se il bambino ha un attestato di esenzione ticket.

Quali interventi riabilitativi offrono i servizi?
Fisioterapia
L’intervento fisioterapico può aiutare vostro figlio a migliorare e/o mantenere le capacità motorie il cui sviluppo è ostacolato dalla disabilità.
La fisioterapia può essere effettuata per permettergli di acquisire il controllo del capo, oppure per migliorare le sue competenze visive, oppure ancora per migliorare la sua capacità di mantenere la posizione seduta o di spostarsi nell’ambiente.

Il vostro bambino può fare della fisioterapia anche se:

Il fisioterapista formula un bilancio della situazione motoria e di sviluppo del vostro bambino, raccogliendo informazioni sia da voi, sia dai medici e dagli altri operatori sanitari, sia dall’osservazione diretta del bambino (mediante specifici strumenti).
Il fisioterapista, in base alla valutazione effettuata, propone un piano riabilitativo, che può prevedere un intervento diretto sul vostro bambino, articolato in cicli di sedute e proposte specifiche, che mirano all’acquisizione di abilità e al superamento delle difficoltà collegate al danno neurologico.
Anche i genitori partecipano alla riabilitazione del loro figlio, seguendo le informazioni, le indicazioni e i consigli del fisioterapista.

Psicomotricità (neuropsicomotricità)
Accanto al fisioterapista, troviamo spesso un’altra figura che si occupa di interventi che stimolano la relazione con il proprio corpo: il neuropsicomotricista. Qual è la differenza tra i due operatori?

In linea di massima, il fisioterapista si occupa di facilitare l’organizzazione di funzioni motorie (es. imparare a stare seduto), di mantenerle o recuperarle.
Il fisioterapista può aiutare vostro figlio a migliorare una funzione (es. il controllo del capo): per far questo egli dovrà servirsi della propria competenza tecnica, fra cui la capacità di entrare in contatto con vostro figlio e di stimolarne motivazioni e interessi.
Lo psicomotricista invece ha il compito di migliorare le capacità di relazione e di comunicazione del vostro bambino, facendo leva sempre su interventi di natura corporea: proporrà dunque situazioni terapeutiche che hanno l’obiettivo di aiutarlo a esprimersi maggiormente e ad apprendere a comunicare con gli altri.
Entrambe le figure professionali utilizzano un contesto ludico, in un ambiente appropriato (colorato e “morbido”) come momento di apprendimento, soprattutto quando il bambino è molto piccolo.
Attenzione a non confondere il fisiatra (che è il medico competente dei problemi motori e costituisce il riferimento per la diagnosi e la pianificazione dell’intervento terapeutico), con il fisioterapista, che è l’operatore sanitario che si occupa della gestione degli interventi riabilitativi.

Logopedia
Il logopedista formula un bilancio della situazione comunicativa-verbale del vostro bambino, raccogliendo informazioni sia da voi, sia dai medici e dagli operatori sanitari, sia dall’osservazione diretta del bambino (mediante strumenti specifici).
>Anch’egli propone, in base alla valutazione effettuata, un piano d’intervento a sostegno di vostro figlio e del vostro nucleo familiare, fornendovi informazioni, indicazioni e consigli.
L’intervento rivolto al vostro bambino sarà articolato in cicli di sedute e proposte specifiche, mirate al rinforzo delle sue abilità e al superamento delle sue difficoltà.

In particolare:

Attenzione a non confondere il foniatra (che è il medico competente dei disturbi della comunicazione, della deglutizione, della voce e del linguaggio, e costituisce il riferimento per la diagnosi e per la pianificazione dell’intervento terapeutico necessario al vostro bambino), con il logopedista, che è l’operatore sanitario che si occupa della gestione dei disturbi della comunicazione, della deglutizione, della voce e del linguaggio.

Ortottica
L’ortottica è un settore dell’oculistica che si occupa soprattutto della correzione dello strabismo.
L’ortottista esegue una visita che può essere utile nella diagnosi precoce dei disturbi visivi (età pre-scolare), proponendo ai vostri bimbi semplici test che forniscono un insieme di informazioni da inserire nella “pre-visita” oculistica. Inoltre l’ortottista affianca l’oculista nella correzione ottica dei bambini che presentano problemi di motilità oculare, ed effettua tutti gli esami tecnici di supporto all’esame oculistico.
Attenzione a non confondere l’oculista (che è il medico competente dei disturbi della vista), con l’ortottista, che è l’operatore sanitario che si occupa della gestione dei disturbi della vista.
Presso il servizio di Neuroftalmologia della Clinica Oculistica delll’Ospedale Oftalmico di Torino (via Juvarra 19), si è creata un’équipe multidisciplinare che segue gli esiti di danno neurologico in età evolutiva e adulta.

Come funziona l’assistenza sanitaria all’estero?

Il Sistema Sanitario Nazionale prevede la possibilità di curarsi presso centri di altissima specializzazione all’estero.

La casistica e la normativa sono complesse, recarsi per cure all’estero richiede l’autorizzazione del centro regionale di riferimento, per cui necessario documentarsi per tempo presso l’ufficio “Assistenza sanitaria all’estero” dell’ASL di residenza di vostro figlio.

Presso l’ASL Città di Torino: clicca qui

 

 

Cure di altissima specializzazione all’estero

Le cure all’estero sono possibili soltanto se sono state autorizzate dal Centro regionale di riferimento.

Come si fa domanda di cure all’estero?

Occorre presentare all’ASl di residenza del bambino una specifica domanda, allegando la proposta del medico specialista (pubblico o privato).

Il medico deve specificare e motivare anche l’utilizzo eventuale dell’aereo.

Successivamente l’ASL trasmette domanda e documentazione al Centro regionale di riferimento, che appena valutata la richiesta ne comunica nuovamente l’esito all’ASL.

Sarà l’ASL a rilasciare e a comunicarvi l’autorizzazione.

La stessa procedura vale anche in caso di cure di mantenimento (per es. neuro-riabilitative) o di controllo.

 

In caso di disabilità cambia qualcosa?

Nel caso di trasferimenti all’estero per cure di neuroriabilitazione in pazienti con handicap grave le spese di soggiorno e albergo sono equiparate alle spese sanitarie, sia per il paziente,  sia per l’accompagnatore (che deve essere preventivamente autorizzato). Questo significa che valgono tutte le regole sopra enunciate, ma si considerano le spese di soggiorno e albergo (necessarie) come se fossero spese sanitarie (L. 104/92 art. 11).

Per quanto concerne le spese rimaste a carico, il rimborso in questo caso specifico è in base all’ISEE.

Inoltre, nel caso di assistenza INDIRETTA, sono previsti acconti per le spese di soggiorno, sempre in base al’ISEE del nucleo familiare

Per tutti i dettagli vi consigliamo di consultare il sito del Ministero della Salute e di fare riferimento all’Ufficio “Assistenza sanitaria all’estero” dell’ASL di residenza.

DPCM 12/1/2017, “Definizione e aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza“, art. 61

Ultimo aggiornamento: 12-5-2023

Come funziona l’assistenza sanitaria agli stranieri?

L’assistenza sanitaria agli stranieri è un argomento piuttosto complesso.

I cittadini di uno Stato dell’Unione Europea e dello Spazio Economico Europeo (Islanda, Liechtenstein, Norvegia) e dalla Svizzera, possono usufruire dell’assistenza sanitaria in Italia se sono in possesso di:

Leggi sul Ministero della Salute

 

I cittadini stranieri extracomunitari regolarmente presenti in Italia possono accedere alle strutture del servizio sanitario nazionale (SSN)  con modalità diverse a seconda del motivo del soggiorno (turismo, studio, lavoro).

Leggi sul Ministero della Salute

L’assistenza sanitaria ai minori stranieri privi di documenti di soggiorno, passava attraverso l’ISI (Informazioni Sanitarie Immigrati), un servizio dell’ASL che non prevedeva specificatamente la figura del pediatra. Dal 18/3 invece, in Piemonte, anche i minori stranieri senza residenza, né permesso di soggiorno, hanno diritto al pediatra.

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i minori stranieri hanno diritto all’iscrizione al Servizio sanitario, e dunque ad avere il pediatra, anche quando i loro genitori non hanno il permesso di soggiorno.

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Aggiornato il 18/03/2015

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Cosa si può fare se il bambino non può andare a scuola?

Può capitare che un alunno non possa frequentare la scuola per gravi motivi di salute (per esempio deve subire un intervento chirurgico, oppure è in convalescenza dopo un intervento, o si trova in un periodo di grande difficoltà sul piano psicologico). Se il periodo di assenza è pari o superiore ai trenta giorni, anche non continuativi la scuola potrà attivare l’istruzione domiciliare (ID), che consiste nella scuola a casa o nella  “scuola in ospedale“.

E’ un servizio rivolto agli alunni che, a causa dello stato di malattia, non possono frequentare la scuola per più di 30 giorni.

Queste possibilità di continuare a fare lezione sono garantite ai sensi del D. Lgs. 66/2017 – Norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità

Come attivare l’istruzione domiciliare

Per chiedere la  scuola a casa o in ospedale, i genitori dell’alunno/a si rivolgono alla scuola; dopodiché il consiglio di classe (i/le docenti della classe) prepareranno un progetto formativo, in cui indicheranno il numero dei docenti coinvolti, gli ambiti disciplinari cui dare la priorità, le ore di lezione previste.

I genitori devono fornire alla scuola anche i documenti clinici sullo stato di gravità della situazione di salute dell’alunno/a.

Con il progetto formativo scuola si rivolgerà all’Ufficio Scolastico Regionale per l’attivazione dell’insegnamento domiciliare.

Il monte ore di lezioni indicativamente è di 4/5 ore settimanali per la scuola primaria; 6/7 ore settimanali per la secondaria di primo e secondo grado. E’  contemplato l’utilizzo delle tecnologie e, quando possibile un’efficace didattica a distanza.

Chi ha diritto alla scuola a casa?

In base al decreto legislativo 66 del 2017, l’istruzione domiciliare si rivolge alle bambine e ai bambini della scuola dell’infanzia, alle alunne e agli alunni della scuola primaria e secondaria di primo grado (scuola elementare e media), alle studentesse e agli studenti della scuola secondaria di secondo grado (scuola superiore) con certificazione di handicap,  per le quali e per i quali sia accertata l’impossibilità della frequenza scolastica per un periodo non inferiore a trenta giorni di lezione, anche non continuativi, a causa di gravi patologie certificate.

Leggi: Come si presenta la domanda di handicap?

La famiglia, nel momento in cui viene a sapere della probabilità e del periodo indicativo dell’intervento, lo comunica alla scuola, che si coordinerà con l’Ufficio Scolastico Regionale e con il reparto ospedaliero per attivare il servizio a tempo debito.

A Torino: Scuola in ospedale presso l’Ospedale Infantile Regina Margherita OIRM – http://www.icpeyron.edu.it/scuola-ospedaliera/

 

Vedi anche:

Legge Regionale 28/2007 – Norme sull’istruzione, il diritto allo studio e la libera scelta educativa (art. 16)

 

Aggiornato il 15-6-2023

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