Area intervista Chiara Secondo – Abile Job

Interviste

Chiara Secondo è HR Professional DE&I – Disability, Abile Job – Specialista in risorse umane con oltre dieci anni di esperienza.
Laureata in Scienze Internazionali e con una formazione in Servizio Sociale, sta completando un Executive Master in Disability Management & Inclusive Thinking presso la SAA di Torino. Ha ricoperto ruoli di HR Manager e Talent Acquisition Manager in aziende internazionali del settore automotive. In Abile Job si occupa di progetti di sensibilizzazione sulla diversità e inclusione per aziende ed enti pubblici.

Ciao Chiara, ci puoi illustrare in cosa consistono i servizi di Abile Job?
Ciao Federico, innanzitutto ringrazio Area per l’interessamento alla nostra attività, che è un po’ un unicum nell’ambito del reclutamento e selezione, in quanto abbiamo tre caratteristiche contemporaneamente: ci rivolgiamo soltanto a profili con invalidità certificata (almeno del 46%), offriamo formazione e sensibilizzazione alle aziende, Abile Job è una realtà profit (è una s.r.l.), cosa inconsueta nel mondo del sociale.

Oltre a questo, ci occupiamo del cosiddetto match, ovvero facciamo in modo che domanda e offerta si incontrino nel rispetto sia delle necessità dell’azienda, sia delle competenze e caratteristiche della persona.

Infine, siamo partner in alcuni progetti, con Enti accreditati sul territorio torinese o con Associazioni e Terzo settore per inserimenti mirati e protetti in contesti lavorativi tipicamente non protetti.
Notevoli risultati ha dato a questo proposito il progetto “I formidabili”, che ha permesso di inserire in negozi persone con disabilità cognitiva lieve, neuro-divergenze, sindrome di Down.

Perché “I formidabili”?
Perché siamo tutti formidabili, quando il contesto ci permette di esprimerci nelle nostre capacità. Infatti questo progetto, che è piuttosto articolato, prevede una specifica formazione aziendale per favorire l’accoglienza. E’ una buona pratica sostenibile e replicabile.

Il vostro servizio è a pagamento o è gratuito?
Abile Job è una società s.r.l. – quindi una realtà profit, tuttavia iscriversi come candidato e fruire dei servizi come persona con disabilità è gratuito. Siamo pagati direttamente dalle aziende che si rivolgono a noi. Le aziende invece possono beneficiare di Incentivi a fondo perduto con cui attivare e finanziare progetti di sensibilizzazione sul tema della disabilità.

Come funziona la formazione alle aziende?
Si tratta di formazioni rivolte possibilmente ai manager, in modo che questi possano attivare politiche culturali aziendali in ambito di disabilità che abbiano un effetto a cascata.
Forniamo sia momenti di vera e propria formazione, sia incontri di sensibilizzazione, che sono sempre anche molto formativi.

Qual è il vostro territorio di riferimento?
Abile Job nasce a Torino otto anni fa, lavora prevalentemente sul Piemonte, ma ha collaboratori su altre due sedi, una a Milano e una a Roma per il Centro-Sud. Gli inserimenti avvengono sull’intero territorio nazionale.

Nelle aspettative dell’immaginario collettivo, profit non viene associato a Servizi destinati al sociale?
E’ vero, ci occupiamo di disabilità come realtà profit, ma creiamo posti di lavoro e valore: ci sono persone iscritte alle liste speciali (quindi con invalidità civile almeno del 46%, n.d.r.), che hanno delle competenze notevoli. Ci sono persone che hanno incontrato la disabilità a un certo punto della loro vita, che hanno esperienza e competenze sviluppate in anni di lavoro. Oltre a dare valore alle aziende, diamo opportunità a persone che altrimenti molto difficilmente avrebbero difficoltà a collocarsi o ricollocarsi.

Siete un’agenzia di lavoro interinale?
Siamo registrati come Agenzia per il lavoro, reclutiamo persone, ma il contratto di lavoro è direttamente con l’azienda che assume e quindi non ci occupiamo di somministrazione e lavoro interinale. Inoltre non ci occupiamo di “art. 14” (della L. 68/99), cioé l’opportunità di assumere il lavoratore svantaggiato tramite cooperative sociali, alle quali l’impresa affida in subappalto commesse di lavoro (un esempio è la raccolta Carta a Torino, data in appalto a una cooperativa che assume lavoratori svantaggiati). Sono utilissime, ma non costituiscono la nostra committenza.

Collaborate anche con le scuole?
Certamente, scuole superiori ci stanno chiedendo formazione e sensibilizzazione del corpo docente e ci stiamo attivando per individuare aziende che possano ospitare alunni con disabilità nell’ambito del PCTO (l’alternanza scuola-lavoro), per dare loro la possibilità di affacciarsi sul mondo del lavoro, che diversamente non avrebbero.

Come funziona l’inserimento?
Noi ci occupiamo del “match”: reclutiamo risorse e aiutiamo persona e azienda a incontrarsi rispetto alle competenze e alle necessità.

Collaborate con Enti e Servizi pubblici?
Le candidate e i candidati con cui lavoriamo di solito hanno disabilità non gravi.
Se la persona inserita o l’azienda ci comunicano difficoltà collaboriamo con i Servizi che la hanno in carico: Centro di salute mentale e Ambulatorio autismo, prevalentemente.
Crediamo molto nel valore aggiunto del fare rete. Anche noi stessi costituiamo un punto di osservazione sulla persona al lavoro, utile a propria volta ai servizi.

Avete rapporti di fiducia con aziende, per cui chi viene inserito sa di trovare un ambiente preparato ad accogliere?
Sì, come dicevo, alcune aziende aderiscono alle nostre proposte di formazione e sensibilizzazione, per cui sappiamo che hanno sviluppato una cultura di accoglienza e di non discriminazione.
In queste aziende spesso si produce un clima che predispone a cambi di prospettiva, anche fra colleghi: spessissimo si verificano dei coming-out rispetto a rapporti diretti o indiretti con situazioni di disabilità (familiari, per es.). Capita che si cambi lo sguardo verso un/a collega che fruisce dei permessi della Legge 104 per assistere un familiare con grave disabilità: si tratta di persone ingiustamente escluse dai meccanismi di crescita per puri pregiudizi.

Perché lavorare è importante?
Il lavoro è uno strumento terapeutico per tutti, dà dignità e un’identità spendibile nella società.
Il beneficio maggiore è che le persone inserite al lavoro spesso rinascono.

Esiste un indicatore ben definito, lo SROI (Social Return On Investment, o Ritorno Sociale sull’Investimento. (SROI): si tratta di un approccio per la misurazione e rendicontazione del concetto di “valore”, integra nell’analisi costi e benefici a livello sociale, economico ed ambientale. Per avere un riscontro economico sull’impatto di un inserimento lavorativo di una persona con disabilità, misurato lo SROI relativo al nostro progetto “I Formidabili”: pensa che ogni euro investito nel progetto ha generato 3,2 euro!
Non sostando in casa, il genitore che aveva preso il part-time torna a lavorare; la spesa pubblica si alleggerisce (con un reddito da lavoro dipendente, nella maggior parte dei casi decade per es. l’assegno mensile per invalidità), le ore di assistenza pagate dai Servizi si riducono, ecc.

Ti vengono in mente delle informazioni utili e necessarie, che sarebbe importante trasmettere?
Quando valutiamo un candidato verifichiamo che abbia tutte le carte in regola, altrimenti lo guidiamo anche sul versante della burocrazia. Coordiniamo tutti i passaggi, anche rispetto all’azienda: se per es. una persona viene assunta in Smart working da un’azienda di Napoli, ma è iscritta al Centro per l’Impiego di Torino, candidato e azienda possono non sapere che occorre affrontare passaggi specifici.

Area ETS ringrazia Chiara Secondo e Abile Job