Il bosco
I leporelli in cartone della collana Primi libri di Fatatrac sono dei gioielli. Lo sono per qualità estetica del prodotto, per ricchezza del contenuto, per trasversalità d’uso. E lo sono per ragioni di accessibilità: tra queste pagine spesse, ampie e robuste, prive di parole ma dense di narrazioni, è autenticamente possibile, anche per bambini con difficoltà di lettura, trovare posto e trovare piacere.
Sono libri che, in primo luogo, non richiedono di essere sfogliati e che, stando su da soli, possono per esempio essere esplorati girandoci intorno oppure stando seduti o sdraiati per terra. Sono, poi, libri che fanno a meno delle parole, dialogando in maniera efficace anche con chi abitualmente fa a pugni con il testo scritto e trova invece ristoro nei racconti per immagini. E sono, infine, libri, che prediligono l’istantaneità alla sequenzialità, offrendo una moltitudine di micro-storie di cui è più facile appropriarsi anche in caso di difficoltà cognitive.
Tutte queste caratteristiche, già evidenziate e apprezzate nel meraviglioso La montagna di Andrea Antinori, si ritrovano ora ne Il bosco di Sebastián Ilabaca. Anche in questo caso, ogni lato del leporello presenta uno scenario diverso da esplorare. Da una parte, tra distese erbose e alberi di ogni tipo, si muovono animali dalle caratteristiche e dai comportanti antropomorfici. C’è chi fuma la pipa e chi corre in carriola, chi va in bicicletta e chi improvvisa una jam session, chi balla e chi si rilassa con una tazza di tè. In questo universo animato votato alla multiformità si notano dettagli curiosi, come gli abiti che richiamano epoche anche molto diverse, i funghi e i fiori che creano una cornice fantastica, le citazioni di albi molto molto noti o la presenza di un misterioso piedone peloso.
Dall’altro lato, come ci trovassimo al limitare del bosco stesso, il contesto si fa antropizzato. Qui si vedono case e fienili, orti e cortili, stalle e mulini. I personaggi sono umani dai diversi tratti e dalle diverse età: ciascuno, proprio come i compari animali, è impegnato in attività variegate, perlopiù di gioco e relax. Anche in questo caso, pur nella distensione appagante dello scenario, il lettore può scovare un proliferare di dettagli buffi e intriganti da cui farsi solleticare.
La bravura di Sebastián Ilabaca sta nel costruire un quadro ampissimo e vivo, in cui trova posto una moltitudine di personaggi dalla funzione tutt’altro che decorativa. Ciascuno ha un ruolo da coprotagonista e una postura riconoscibile in cui potenzialmente identificarsi. Le attività rappresentate riflettono, in particolare un’idea di infanzia molto precisa e concreta, da cui è facile lasciarsi guidare nello spazio dell’esplorazione e dell’immaginazione. All’interno di questo scenario composito e vivace, il lettore può dal canto suo muoversi con grande libertà, soffermandosi su ciò che lo intriga maggiormente e seguendo percorsi non vincolanti. Sollecitato, poi, dalla presenza di buchi e finestrelle (alcune camuffatissime!), può trovare ne Il bosco un affidabile compagno per scoperte e giochi d’invenzione durevoli ed entusiasmanti.
