Recensione pubblicata il: 4/03/2014
La merenda rubata al compagno di classe è uno dei più diffusi cliché sul bullismo, almeno a livello letterario. In Spia, l’autrice Maria Dompé lo riprende e gli infonde energia nuova, scegliendo il punto di vista del bullo e attribuendo questo ruolo a una figure femminile. È infatti Marta a importunare ogni giorno Riccardo per avere il suo spuntino ed è proprio lei a raccontare al lettore come da una merendina rubata sia potuta nascere un’amicizia.
Perché questo, in effetti, accade. Complice uno scambio di spesa al supermercato e una convergenza di interessi lavorativi tra i genitori, Marta e Riccardo finiscono loro malgrado per avvicinarsi. Prepotente, discola e cresciuta da una mamma ipersalutista, lei; riservato, demodé e autorizzato dal papà a mangiare schifezze, lui, i due protagonisti promettono tutto tranne che una simpatia reciproca. Eppure, una serie incalzante di misfatti li porta a conoscersi, scontrarsi, perdonarsi, fraintendersi e riavvicinarsi, consolidando un’amicizia provvista di tutti gli alti e i bassi di rito.
Il libro è proposto dalla casa editrice Biancoenero all’interno della collana Zoom i cui accorgimenti tipografici (carattere specifico per dislessia, spaziatura maggiore, testo non giustificato, carta color crema) rafforzano la particolare leggibilità del testo, garantita in prima battuta da uno stile snello e avvincente. Il racconto vanta infatti il merito di affrontare un tema attuale con agilità, invitando a riconoscere i valori più autentici della generosità e della lealtà. Forse anche per questo la giuria de Il gigante delle Langhe ha deciso di attribuirgli il premio2013 nella sezione 8-11 anni.
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