Ape Tina e l’inverno
Recensione pubblicata il: 20/01/2025
Con gioia, lo scorso anno, avevamo accolto l’uscita di Zuppa di coccole: il primo cartonato in simboli pubblicato da Homeless Book, rivolto a un pubblico di piccoli e piccolissimi. Si trattava, infatti, di un volume curato tanto nella parte relativa all’accessibilità quando in quella relativa alla gradevolezza del testo, delle figure e della composizione grafica.
Quell’esperienza ben riuscita trova oggi un gradito seguito in due nuovi cartonati che potremmo definire seriali: come intuibile dal titolo, dal formato identico e dalla grafica coerente, Ape Tina e l’inverno e Ape Tina fa colazione vedono la stessa protagonista alle prese con diverse piccole vicende, perfette per prime letture condivise.
In Ape Tina e l’inverno, per esempio, la protagonista si confronta con le peculiarità della stagione: il freddo che richiede abiti pesanti, la nebbia che ostacola la visibilità degli oggetti e dei luoghi più familiari, il buio che arriva presto costringendo a lunghi pomeriggi casalinghi ma anche la neve che talvolta ci sorprende la mattina, riservando possibilità di gioco e divertimento inattese.
Il testo scritto da Maria Caterina Minardi propone una sorta di protostoria, seguendo di fatto una giornata tipo invernale e mettendone in evidenza le specificità. In questo modo, l’autrice accompagna in maniera piacevole i lettori più piccoli, compresi quelli come maggiori difficoltà legate alla sfera della comunicazione, delle autonomie e della socialità, a conoscere e riconoscere l’ambiente che li circonda e le emozioni che questo può generare.
Le frasi che compongono il racconto sono perlopiù minime ma non sempre lineari (il sostantivo non precede, per esempio, automaticamente il verbo e il verbo non precede sempre il discorso diretto che introduce). Le parole scelte, dal canto loro, sono semplici e quotidiane e vengono supportate visivamente dai simboli secondo una logica funzionale alla fruibilità: così, per esempio, articoli e preposizioni non vengono simbolizzati singolarmente ma accorpati al sostantivo di riferimento. Il numero di frasi e dunque di simboli impiegati è circoscritto e questo fa sì che la pagina che li ospita appaia felicemente pulita, ariosa e leggibile.
Il testo, che figura con regolarità sulla pagina di destra, è accompagnato da illustrazioni dallo stile grafico che riescono a unire gradevolezza e riconoscibilità. Del tutto prive di dettagli inutili e contraddistinte dall’uso di cinque soli colori piatti (bianco, nero, giallo, blu e azzurro), ben contrastati e combinati tra loro, le figure di Gaia Scaranna scelgono e mettono bene in evidenza gli elementi chiave cui fa riferimento il testo della pagina a fianco, dando vita a quadri essenziali e accattivanti.
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