La differenza invisibile
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Mademoiselle Caroline e Julie Dachez
Il volume qui presentato è una graphic novel, un racconto a fumetti attraverso il quale le autrici rendono letteralmente visibile la differenza di Marguerite, una differenza che altrimenti, come dice il titolo, sarebbe invisibile.
L’invisibilità della disabilità della giovane protagonista dipende dall’apparente normalità della vita che conduce, nonostante abbia un disturbo non ancora diagnosticato e relativamente lieve dello spettro autistico, quella sindrome di Asperger più volte raccontata da cinema e televisione con toni quasi caricaturali, che restituiscono personaggi geniali, ma in difficoltà nel gestire le relazioni sociali.
Le prime tavole del volume ci presentano le giornate della ventisettenne come sempre uguali, ma proprio per questo incredibilmente simili a quelle di molte persone giovani già inserite nel mondo del lavoro (è bene specificare che le vicende raccontate si svolgono in Francia, non in Italia).
Marguerite comincia la giornata sempre nello stesso modo: acquista la colazione nello stesso locale e raggiunge l’ufficio percorrendo la stessa strada. È efficiente e non si perde in chiacchiere, e dopo il lavoro torna immediatamente a casa, indossa vestiti comodi e attende il rientro del fidanzato, Florian, in compagnia dei suoi animali domestici.
La vita di Marguerite è appunto normale, forse lo è anche troppo. È addirittura noiosa, secondo le colleghe, ma per la nostra protagonista non lo è: per lei quella routine è piacevole e rassicurante. Le difficoltà che la giovane incontra nella vita lavorativa a causa della sua differenza invisibile, non dipendono dalla sua capacità di portare a termine i compiti, che nessuno mette in discussione, bensì dalla sua abilità relazionale, considerata insufficiente dal capo e dai colleghi. La giovane prende tutto alla lettera e manca di ironia, non sa chiacchierare del più e del meno durante le pause, che preferisce trascorrere da sola, perché solo così sente di poter riposare davvero. Per queste ragioni le colleghe la considerano strana e altezzosa, e per ragioni simili il capo è insoddisfatto di questa giovane impiegata competente, ma restia ad integrarsi, partecipando ad esempio alle feste aziendali.
Anche il fidanzato di Marguerite è insoddisfatto, alle feste a casa di amici la compagna resta sempre in disparte; Florian pare più preoccupato del giudizio degli amici, che ritengono Marguerite strana, che di quella stranezza in sé.
Le divergenze tra i due giovani cominciano però ad ostacolare la loro relazione, e quando Marguerite capisce di non poter sopportare di trascorrere alcuni giorni in un’altra città in compagnia di amici di Florian che personalmente non conosce, si rende conto di dover comprendere meglio quella differenza sempre presente, invisibile, ma pesante.
Marguerite, che ha già intuito di essere autistica, comprende finalmente le ragioni della propria diversità grazie alla diagnosi presso un centro specializzato che organizza anche sedute dedicate al confronto tra persone con sindrome di Asperger, un aspetto che alla protagonista è sempre mancato. Condividendo esperienze e preoccupazioni con persone simili a lei, la giovane fiorisce e si lascia andare. Le difficoltà che precedentemente incontrava nei tentativi di comunicare e socializzare sembrano sempre più dipendere da un modo diverso di intendere le relazioni, piuttosto che da un’innata incapacità o da quella sorta di pigrizia che il fidanzato e i colleghi le attribuivano.
La ragazza incontra volentieri le altre persone autistiche anche in nuovi contesti, nei quali finalmente si sente a proprio agio, perché circondata da persone affini. La differenza invisibile non è scomparsa anzi: ora è più visibile che mai, rispecchiata dai nuovi amici “aspie”, ma le relazioni soddisfacenti che Marguerite stabilisce aiutano anche il lettore a comprendere come quello di Marguerite non sia un deficit, una semplice mancanza, bensì un diverso modo di funzionare che caratterizza la sua mente, una neurodivergenza da comprendere a fondo per vivere pienamente.
La nostra protagonista desidera vivere al meglio anche professionalmente e, forte della diagnosi ufficiale ricevuta, durante un colloquio con la responsabile delle risorse umane cerca di ottenere alcuni accomodamenti, come ad esempio un ufficio per sé, nel quale stare al riparo dai rumori che tanto la distraggono. L’interlocutrice sembra però più preoccupata dell’invidia che una stanza personale provocherebbe che del benessere di Marguerite, che ha una disabilità ormai certificata. Ancora una volta le convenzioni sociali, arbitrarie per definizione, sembrano avere più peso delle valutazioni obiettive della prestazione della lavoratrice, già buona, e che potrebbe migliorare ulteriormente se la sua disabilità fosse seriamente presa in considerazione.
Il deludente colloquio, durante il quale Marguerite ha modo di sentire tutto il peso del pregiudizio, spinge la giovane a dare le dimissioni e a riprendere gli studi per laurearsi in psicologia sociale. Marguerite intende dedicarsi alla sensibilizzazione, facendo così della propria disabilità il centro della sua vita lavorativa. Apre quindi un blog e, tra le altre cose, si dedica alla stesura della graphic novel qui presentata.
Marguerite è infatti Julie Dachez, ed ha realizzato il volume con l’aiuto della disegnatrice Mademoiselle Caroline. Al termine della narrazione apprendiamo che l’incontro tra le due donne, reso possibile da un’amica comune, madre di bambini con diagnosi di Asperger, ha dato vita ad una collaborazione non facile, ma evidentemente fruttuosa. Inserita in un contesto favorevole, Julie – Marguerite, precedentemente considerata rigida, noiosa e persino un po’ egocentrica, ha dimostrato di avere un talento creativo che le ha permesso di dare voce alla propria storia e a quelle di tanti altri.
La lettura di questo volume, arricchito dalla prefazione di psicologi esperti di autismo e da una sorta di glossario illustrato della sindrome di Asperger, è fortemente consigliato a quanti, pur privi di una formazione specifica, si trovino ad incontrare persone con caratteristiche simili a quelle di Marguerite. Quasi senza accorgersene, al termine della lettura disporranno di un piccolo bagaglio di conoscenze immediatamente spendibili, e soprattutto di una serie di riflessioni profonde, ma spiritose sulla nostra stranissima idea di normalità.
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