Matilde e le parole da ammaestrare
Recensione pubblicata il: 17/12/2022
Ha uno stile fresco, figure spigliate e una grafica accattivante. Potrebbe dunque sembrare un bel racconto illustrato, Matilde e le parole da ammaestrare. Nella sostanza, però, si direbbe più un libro di divulgazione (al limite ben camuffato). Se siete dunque in cerca di un volume di fiction in cui la dislessia faccia capolino il libro di Vanna Vinci non fa probabilmente al caso vostro. Diverso, invece, è il caso in cui vi interessi un libro ben fatto che spieghi in maniera davvero comprensibile a un bambino che cos’è la dislessia, che tipo di difficoltà comporta e che tipo di accorgimenti possono aiutare a superarle.
La presenza di una giovane protagonista che litiga quotidianamente con le lettere perché spariscono e non stanno al loro posto appare di fatto come un pretesto per accompagnare il lettore lungo un percorso chiaro e dettagliato ma mai pesante e nozionistico in cui dare un significato concreto alla parola dislessia. Le spiegazioni fornite, le espressioni impiegate e le situazioni descritte consentono infatti una reale e positiva identificazione da parte del lettore che sperimenti un disturbo specifico dell’apprendimento sulla sua pelle ma anche un’efficace comprensione di che cosa questo comporti da parte di chi invece non ne è toccato. Questo, in effetti, era l’obiettivo che ha mosso Vanna Vinci alla scrittura, come l’autrice spiega chiaramente in questo video.
Snello, scorrevole, fruibile e piacevole alla vista, grazie allo stile caratteristico dell’autrice, Matilde e le parole da ammaestrare presenta inoltre caratteristiche di alta leggibilità che ne agevolano la lettura anche in caso di DSA.
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