Il bambino che guarda con le mani
Recensione pubblicata il: 11/05/2022
Qui ad Area ricordiamo tutti molto bene una bambina di sette anni che uscendo da una delle primissime visite guidate alla mostra Vietato Non Sfogliare aveva commentato: “Oggi ho scoperto che i bambini ciechi possono leggere”. Quella frase ci aveva colpito moltissimo perché rendeva chiaramente conto di quanto la disabilità, nell’immaginario comune soprattutto ma non solo dei più piccoli, continuasse ad essere associata all’impossibilità di fare le cose e di quanto questo potesse essere di ostacolo alla costruzione di una cultura dell’inclusione vera.
Quell’episodio ci è tornato in mente leggendo Il bambino che guarda con le mani, racconto illustrato divertente e intelligente che rappresenta una proposta apprezzabilissima nel panorama della letteratura per l’infanzia attenta al tema dell’inclusione. Perché se è vero che non mancano i libri propensi a promuovere l’idea che la disabilità non è necessariamente un ostacolo a una vita attiva, è altrettanto vero che veicolare questa idea con leggerezza e senza farne il motivo della scrittura è tutto un altro paio di maniche. Grandi idealizzazioni e trionfi di buoni sentimenti sono infatti dietro l’angolo, pronti a far da fardello anche alle migliori penne. Nel libro di Tomasz Malkowski, invece, assistiamo a qualcosa di diverso. Alle spiegazioni e agli affondi didascalici, l’autore preferisce, infatti, di gran lunga l’ironia e il potere del racconto.
Il protagonista Kamil, cieco dalla nascita, è al centro di 20 micro-avventure che lo ritraggono a casa, a scuola, in città e in vacanza. Lo troviamo, per esempio, alle prese con gite in tandem e prime prove di guida autonoma di una bicicletta, scherzi in famiglia e incontri allo zoo, situazioni critiche in classe e marachelle in giardino. Si tratta di episodi variegati e gustosi, in cui emergono con grande chiarezza soprattutto tre cose: la prima è lo spirito intraprendente e curioso di Kamil, che è bambino prima ancora che bambino con disabilità; la seconda è la gamma ampissima di atteggiamenti con cui le persone affrontano e si confrontano con la disabilità; e la terza è la concretezza delle soluzioni che rendono la quotidianità di Kamil molto più simile a quella di un bambino vedente rispetto a quel che si potrebbe credere.
Riconoscimento dei propri limiti ed esplorazione di tutte le possibilità che questi non precludono sono dunque il motore di avventure minime, talvolta enfatizzate ma sempre piacevolissime, di cui il tosto Kamil è protagonista. Qui compaiono, tra gli altri, anche la sorella Zuza, la cui attenzione affettuosa nei confronti di Kamil non è di impedimento a scherzi e burle reciproche; la mamma e il papà, che regalano a Kamil una grandissima fiducia e tante soluzioni per rendere la sua vita il più possibile analoga a quella dei coetanei; la zia Helena, che lo tratta invece come un eterno bambino piccolo incapace di qualsivoglia forma di autonomia, e diversi compagni di classe, i cui sentimenti nei confronti del bambino sono multisfaccettati.
Accompagnati dalle illustrazioni ironiche di Joanna Rusinek che sposano a pieno il tono leggero del racconto, Il bambino che guarda con le mani si presta bene tanto a letture autonome quanto a letture condivise. Disponibile non solo in formato cartaceo ma anche in formato mp3 scaricabile dal sito de Il Narratore al costo di 3,90 euro, il libro edito da Mimebù assomma alle qualità di un buon libro che racconta la diversità anche quelle di un buon libro accessibile.
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