Costruttori di stelle
Recensione pubblicata il: 4/02/2020
Gli sviluppi della tecnologia ci hanno abituati a pensare che praticamente qualunque cosa si possa costruire. E se questo valesse anche per cose lontanissime e affascinanti come le stelle? Soojin Kwak si è probabilmente posta quest’interrogativo e dalla sua suggestione curiosa è nato un silent book in cui ordinario e straordinario si incontrano, illuminando un mondo che parrebbe altrimenti dominato dal grigiore.
Con un’ambientazione e un filo conduttore che richiamano lo splendido cortometraggio Pixar intitolato La luna (2011), Costruttori di stelle interpreta in maniera suggestiva lo stupefacente e misterioso fenomeno delle stelle che brillano. Mescolando con originalità dimensione fantastica e spirito scientifico, l’albo della giovane artista coreana costruisce un intero mondo intorno a un mestiere immaginario, quello per l’appunto dei costruttori di stelle, e delinea un percorso narrativo che si fa pregustare fin dalle prime pagine per poi svelarsi in tutto il suo splendore solo in chiusura.
Vincitore del Silent Book Contest 2019, Costruttori di stelle procede per sole immagini, che appaiono ampie (l’intero albo ha un formato quadrato importante), chiare e prive di dettagli superflui che possono distrarre dal cuore dell’invenzione narrativa, ossia i diversi passaggi che portano alla messa in funzione delle stelle. La narrazione procede così in maniera molto fluida e lineare, offrendo al lettore gli spunti e gli indizi necessari per seguire la catena di montaggio stellare, e con essa il racconto. Ideale per solleticare palati esigenti di lettori che mal sopportano il testo scritto ma che al contempo non trovano ostacoli nel riunire tasselli e compiere inferenze, Costruttori di stelle invita a leggere con sguardo nuovo anche fenomeni, lavori e strumenti apparentemente privi di scintille creative.
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