Ciao ciao giocattoli
Recensione pubblicata il: 7/12/2017
Tempo di scatoloni, cernite, cambiamenti. Forse una nuova casa. Fatto sta che il protagonista di Ciao ciao Giocattoli si trova alle prese con una serie di giocattoli con cui probabilmente non gioca più perché è ormai cresciuto. Ma i giocattoli hanno questa qualità speciale: che non servono solo nel momento in cui li si usa, bensì riservano una certa utilità per il dopo, per il momento cioè in cui, solo guardandoli, fungono da detonatori di pensieri . Perché se può esserci (ma non è detto!) un momento in cui ci si sente troppo grandi per giocare con pinguini di peluche, carretti e navi di legno, non si è mai troppo grandi per assaporare i ricordi felici che questi custodiscono. Dietro ogni oggetto c’è infatti la memoria di una viaggio, di un’esperienza, di una tenerezza o di una condivisione con persone care che lo rendono carico di affetto e significato.
E così accade proprio al ragazzo dipinto da Marta Pantaleo nel silent book pubblicato da Carthusia. I giocattoli che nelle prime pagine popolano immobili la sua stanza diventano poi protagonisti di sfrenate avventure sulla neve, nel bel mezzo del mare ghiacciato o in sella a una slitta: sono i ricordi di un passato felice che continua ad esistere e ad accompagnare il ragazzo anche quando farà letteralmente spazio nella sua vita, cedendo i balocchi a un negozio. Qui troveranno senz’altro nuova vita – ne abbiamo conferma nell’ultima pagina – quando altri bambini ne prenderanno possesso riattivando il felice circolo dei momenti spensierati che poi diventeranno sereni ricordi.
Con uno stile particolarissimo che ricorda – non solo per i contenuti – le atmosfere nordiche, Marta Pantaleo dà vita a un libro per immagini in cui chiunque può ritrovarsi e che aiuta a sentirsi coinvolti in un percorso di crescita che ci accomuna. Con un gioco sottile tra passato e presente, l’autrice scava nel sentimento profondo tra attaccamento e distacco che coglie qualunque ragazzo che abbandoni l’infanzia per diventare grande. Questo aspetto, che dona complessità e ricchezza al libro e che probabilmente ha concorso alla sua premiazione al Silent Book contest 2016, lo rende fruibile anche a bambini e ragazzi con difficoltà di decodifica del testo (poiché qui questo è assente) ma con una certa dimestichezza nella decodifica delle figure e dei loro legami narrativi.
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