Reato di fuga
Recensione pubblicata il: 16/09/2015
La capacità di Christophe Léon di dipingere l’adolescenza con vividezza e sentimento è probabilmente la chiave di volta di un romanzo intenso come Reato di fuga. In questo suo recente lavoro, pubblicato ad alta leggibilità da Sinnos, l’autore francese riprende infatti da vicino gesti ed emozioni di due ragazzi le cui esistenze sono stranamente destinate ad intrecciarsi.
L’uno, Sébastien, ha quattordici anni, è figlio di genitori divorziati, vive giorni piuttosto abitudinari con la madre e trascorre spesso il weekend in campagna col padre. L’altro, Loïc, ha diciassette anni, vive con la madre e lavora presso una fattoria vicino alla cittadina di campagna in cui il padre di Sébastien possiede la casa. Ed è proprio qui, un venerdì sera come tanti, che quest’ultimo spinge un po’ troppo sull’acceleratore per arrivare in tempo a un appuntamento e investe involontariamente la mamma di Loïc lungo la strada. L’incidente è piuttosto violento, tant’è che la vittima viene portata d’urgenza in ospedale e qui rimane a lungo prima in coma e poi con grossi deficit di memoria, ma l’investitore non manifesta alcuna intenzione di fermarsi e prosegue la sua corsa con il figlio a bordo. Questo, più ancora che l’incidente stesso, travolge Sébastien nelle settimane successive allo scontro. Ciò che il ragazzo sperimenta è lo strano tormento del senso di colpa quale sentimento trasferibile e accollabile per conto terzi, qualora questi mostrino di non volervi avere a che fare. E proprio a causa di questa sensazione così ingombrante e della frantumazione di un modello adulto fino ad allora solido e forte che Sébastien inizia a manifestare astio e attrito nei confronti dei genitori e a rivendicare spazi di autonomia. Ottenuta una settimana di vacanza in solitaria presso la casa di campagna, accade però che il ragazzo non resista dal prendere contatti con la famiglia della signora investita dal padre. Nasce così un’amicizia intensa con Loïc, fatta di momenti semplici ma importanti da condividere, di pomeriggi di svago, di parole giuste e di silenzi al momento opportuno. Fino a quando la verità, inevitabilmente, non viene a galla.
La lettura di Reato di fuga, adatta a ragazzi dalle scuole medie in su, ha dalla sua una narrazione pulita e avvincente. Sentimenti forti, dialoghi senza fronzoli, figure e relazioni delicate e un gioco alternato tra punti di vista (a un capitolo narrato dalla voce di Sèbastien ne segue uno narrato da una voce esterna che dà del tu a Loïc) aiutano a tuffarsi con interesse nella storia. Il font ad alta leggibilità leggimi, poi, fa come al solito la sua parte per rendere valido tutto questo anche per i lettori dislessici.
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